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Il calcio ha ritrovato un talento: Pulisic e i meriti, condivisi, della sua redenzione. I numeri parlano chiaro

Christian Pulisic ha parlato di “miglior momento” della sua carriera, noi possiamo aggiungere “miglior stagione” della sua carriera. Il calcio ha ritrovato uno dei talenti cristallini che si erano un po’ persi negli ultimi anni, uno dei tanti giocatori dal 2019 in avanti passati dal Chelsea. Un americano in Italia ha ritrovato la sua comfort zone, sia fisicamente che mentalmente.

La prestazione di oggi contro l’Empoli del numero 11 è solo l’ultima di una lunga serie in questa prima annata con la maglia rossonera. Ma di chi sono i meriti di questa rivitalizzazione? Come spesso accade vanno condivisi: giocatore, società, staff, allenatore e compagni.

La divisione dei meriti nella rinascita di Pulisic

Forse aveva solo bisogno di chance, forse aveva solo bisogno di sentirsi centrale e importante di nuovo, proprio com’era accaduto al Borussia Dortmund, proprio com’era accaduto nel primo periodo al Chelsea. Fatto sta che Christian Pulisic dal suo arrivo ha sbagliato poco o nulla e, anche nelle dichiarazioni come quelle post Slavia Praga, ha dimostrato la sua mentalità.

È stato bravo lui a crederci, fare la scelta giusta per la propria carriera e calarsi immediatamente nella nuova realtà. È stato bravo il Milan a puntare le proprie fiche in estate quando decise di investire forte sul reparto degli esterni, non solo su Samuel Chukwueze, ma anche su di lui (no, non erano nomi alternativi). È stato bravo lo staff, questa volta sì, a ridurre al minimo i problemi fisici gestendo al meglio ogni aspetto. È stato bravo Pioli a ritagliargli una zona di campo che, almeno in teoria, non sarebbe la sua preferita, dandogli compiti anche difensivi, ma lasciandolo libero di svariare anche centralmente quando possibile. Sono stati bravi i compagni a capire che la fascia destra ora si è un punto di forza e ci si può appoggiare maggiormente, oltre che a farlo sentire parte del gruppo fin da subito.

I margini di miglioramento? Ci sono, come in tutte le cose. Innanzitutto dal punto di vista tattico: la sensazione è che con un terzino di spinta su quel lato, più di quello che fanno solitamente Calabria e Florenzi, potrebbe guadagnarne la sua pericolosità all’interno del campo. Lui che ha un mancino eccellente (il cosiddetto piede debole) e che nello stretto degli spazi centrali può trovarsi benissimo.

A caccia della doppia-doppia

Sono i numeri a raccontare la grandezza del suo impatto con il nuovo club. In primis quelli a livello commerciale e mediatico, resi noti nel luglio scorso dopo il suo arrivo. Per dirne uno: nelle ore immediatamente successive all’annuncio ufficiale, è stato registrato un incremento delle quantità vendute del +266% rispetto alle ore precedenti.

In secundis la palla passa al campo: 10 gol e 7 assist in 37 presenze complessive, 33 delle quali da titolare. Due aspetti sono importanti: il primo è la quantità di partite e di minuti disputati, 2.699′ (fonte Transfermarkt), il secondo è il numero di partecipazioni alle reti rossonere (17 totali). In carriera solo una volta ha raccolto più minuti, ovvero nella stagione 2017/18 quando registrò 3.038′ con la maglia del Borussia Dortmund. Solo una volta è riuscito a raggiungere la cosiddetta doppia-doppia tra gol e assist, nella sua prima annata con il Chelsea (2019/20): 11 gol più 10 assist.

Dulcis in fundo le cifre. I Blues lo pagarono ben 64 milioni per strapparlo dai gialloneri, mentre il Milan ha investito circa 20 milioni per assicurarsi il suo cartellino. “Bargain” dicono a Londra, “affare” dicono a Milano: Christian Pulisic è di nuovo la stella che brilla di più nel firmamento americano e sta tornando ad essere una delle più brillanti in quello europeo.

Milan: Christian Pulisic (Photo Credit Agenzia Fotogramma)
Milan: Christian Pulisic (Photo Credit Agenzia Fotogramma)

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