È laconico l’inizio dell’articolo dedicato al Milan sulle pagine odierne della Gazzetta dello Sport: “Il Milan ha più infortuni che punti e tanto basterebbe per capire, per dire che insomma, se parliamo dei problemi fisici siamo oltre ogni soglia accettabile“. Il bilancio da inizio stagione è impietoso: 24 stop per la squadra rossonera, 14 in più della seconda big nella speciale classifica, la Juventus con 10. L’Inter, invece, si ferma a 7 nonostante gli stessi impegni anche europei.
Gli unici titolari che si sono salvati finora sono solamente tre: Thiaw, Tomori, Reijnders. Tutti gli altri hanno avuto almeno uno stop con il club, tolto Giroud che l’ha avuto in nazionale: Maignan, Calabria, Theo Hernandez, Loftus-Cheek, Krunic, Pulisic, Leao. Non è una novità per la squadra allenata da Stefano Pioli, dato che anche negli anni precedenti, come nell’ottobre 2021 con dieci indisponibili, la situazione era molto simile.
Un problema da risolvere, tutti ne sono consapevoli, ma nessuno al momento ha una soluzione. Come farlo e di chi sono le colpe? Difficile dirlo secondo la Rosea che cita i carichi di lavoro ed i metodi di Stefano Pioli e Matteo Osti, il preparatore atletico rossonero. Secondo il Corriere della Sera odierno sarebbero finiti nel mirino i carichi di lavoro e la prevenzione. Altre supposizioni riguardano lo stile di gioco e la tournée estiva iniziata presto, solo dopo 10 giorni di ritiro a Milanello, oppure il fatto che il Milan si alleni troppo poco, i campi di Milanello o l’eccessivo lavoro sulla forza. Dall’esterno, impossibile dirlo.