Un’altra cocente sconfitta, quella contro la Lazio nel 4-0 dell’Olimpico rende ancor più amaro il periodo di crisi che il Milan di Stefano Pioli sta attraversando in queste settimane. Da quando il tecnico emiliano siede sulla panchina rossonera, probabilmente non aveva mai passato un momento così negativo. Già, perché questo 4-0, che si àncora al 2-2 di Lecce, alla sconfitta col Torino e alla disfatta in Supercoppa contro l’Inter, supera notevolmente il 5-0 di Bergamo, momento di svolta dell’era Pioli.
Tornare coi piedi per terra
Il Milan per provare a ripartire ha bisogno di fare tanti, tantissimi passi indietro, ritornando possibilmente coi piedi per terra. Dalla vittoria dello scudetto in avanti, qualcosa pian piano si è incrinato: a cominciare dal gioco, quello che la scorsa stagione incantava e permetteva ai ragazzi di Pioli di vincere quel tricolore. Le prestazioni non sono quelle della scorsa stagione, ed il campanello d’allarme era scattato già negli ultimi incontri dell’anno appena concluso, dove i tre punti spesso sono arrivati ma con grande fatica.
Aspetto mentale. L’inizio di questo 2023 ha restituito al nostro campionato un Milan a due facce. I 180 minuti di dominio contro Salernitana e Roma, prima del pareggio beffa nel finale contro i giallorossi. Da lì, poi, è scoppiata quella bomba che ha evidenziato i limiti, soprattutto psicologici, di questo gruppo.
È il punto più basso del Milan di Stefano Pioli? Sì. A testimoniarlo è la non reazione di un rassegnato Pioli dopo il terzo gol della Lazio. Il tecnico passeggia silenziosamente lungo la linea che delimita l’area tecnica, senza le solite urla di incoraggiamento, rassegnato a questo esito e consapevole che i problemi del suo gruppo sono soprattutto di carattere mentale.
Il Milan sta probabilmente pagando, con i risultati e con le prestazioni, quella frenesia di dover rincorrere e recuperare qualcosa che non è – probabilmente – nelle sue corde. La rosa poco rinforzata non è da scudetto, vero. Ma la squadra, tutti e nessuno escluso, ha sentito fin qui la pressione (giusta) di una “necessaria reazione”. Quella che ci si aspetta da chi detiene il titolo di Campione, la stessa che ha tardato ad arrivare.
Il Milan deve tornare sulla terraferma e c’è un solo modo per poterlo fare: ridimensionando sé stesso e i propri obiettivi, certamente lontani dalle ambizioni della passata stagione.