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Pato: “Il Milan resta sempre nel mio cuore: è una faccenda d’amore. Leao sarà l’uomo-derby”

L’ex attaccante rossonero Alexandre Pato ha concesso un’intervista ai microfoni di Gazzetta.it a pochi giorni dal derby di Milano. Il brasiliano è ancora molto legato al Milan e ha detto la sua sul passato e sul presente: ecco le sue dichiarazioni.

Sul Pato di oggi: “Al Milan ero giovanissimo, ora ho tanta esperienza. Ho imparato ad ascoltare il mio corpo, in termini mentali sono maturato molto. La mia gioia e voglia di giocare è cresciuta tanto, è maggiore rispetto a prima, ora so cosa posso ricevere e dare al calcio“.

Su quanto riesca a vedere il Milan: “Abbastanza spesso. Tutte le volte che posso, e poi lo seguo assiduamente sui social. Il Milan per me resta sempre nel cuore. Mi vedo in campo fino a 35-36 anni, vorrei fare molto bene quest’anno negli Usa e poi magari un giorno, chi lo sa, tornare in Italia e continuare ciò che ho lasciato in rossonero. Il Milan mi ha dato tanto, io l’ho aiutato a vincere uno scudetto e una Supercoppa. Insomma, non si sa mai, però il Milan sarà sempre davanti ai miei occhi“.

Sugli ex compagni con i quali è in contatto: “Recentemente ho sentito Ambrosini e Antonini. Per me è impossibile non parlare di Milan, per me sarà sempre una faccenda d’amore. Vedo che stanno facendo di tutto per tornare competitivi e non vedo l’ora di vederlo tornare a vincere“.

Sulla prima immagine che gli viene in mente quando si parla di derby: “Me ne vengono in mente due. Quello vinto 3-0 (2 aprile 2011, ndr), a San Siro fu un grande show, qualcosa di bellissimo. E poi il mio primo gol in un derby (sconfitta per 2-1 del 15 febbraio 2009, ndr), su assist di Jankulovski“.

Sul derby del 2011: “Quell’anno andava tutto alla grande. Fu una partita fondamentale per dimostrare ai tifosi che potevamo davvero vincere lo scudetto. Ricordo molto bene di aver detto ad Abbiati che avrei fatto gol. Gli dissi ‘Abbia, tu là dietro cerca di tener bene, che poi davanti ci penso io a segnare’. Sentire tutto lo stadio che ha urlato il mio nome dopo i gol è stata la cosa più bella. Qualcosa di stupendo. Ero giovane, non immaginavo quello che sarebbe potuto succedere in una circostanza simile“.

Sulle ambizioni scudetto di questo Milan: “La squadra è forte e ha un grande esperto di scudetti come Ibra. Lui sta facendo capire l’importanza di vincere ai compagni. Quando sei giovane ovviamente vuoi vincere, ma se non succede non casca il mondo. Torni a casa, ti rilassi, giochi alla Play, poi ti ripresenti al campo il giorno dopo. Ma così è sbagliato. Occorre invece capire l’importanza di mettersi addosso la maglia del Milan e quanto conta vincere. L’importanza di fare i tre punti anche nelle partite più facili“.

Sul possibile rinnovo annuale di Ibra: “Il calcio italiano è bello da giocare e divertente. E il Milan ha bisogno di Ibra perché sa come giocare e gestire il gruppo. Con Zlatan in spogliatoio un calciatore giovane capisce in fretta che il pallone non è sentirsi belli e arrivati, e stare solo sui social. Ma capisce che la base di tutto è andare ad allenarsi seriamente. Io spero che rinnovi perché il Milan ha bisogno di lui“.

Sui complimenti di Zlatan: “Lo ringrazio tanto, lui lo sa… (risata, ndr) Purtroppo sono cambiate molte cose da quando ero al Milan, molte decisioni altrui non mi hanno permesso di fare ciò che tutti si aspettavano. Avere i suoi complimenti è qualcosa di speciale“.

Sul possibile restyling dell’attacco rossonero in estate: “Dipende da come Pioli vorrà giocare. Ibra è uno che fa molto bene la mezza punta, Giroud è uomo d’area, ma sono entrambi molto importanti per far giocare bene i giovani. Loro sanno com’è il calcio. Con Ibra e Giroud, più un altro centravanti, si può fare un gran campionato“.

Su Lazetic: “Sono situazioni che ti fanno crescere molto. Lazetic troverà Ibra, troverà un ex campione come Maldini. Avrà intorno persone che lo aiuteranno. Io per esempio quando arrivai avevo sette brasiliani in spogliatoio“.

Sul suo passato rossonero: “Io ho sempre cercato di fare del mio meglio per il Milan, purtroppo sono successe tante cose, troppe cose, e io ero molto giovane. Prima di iniziare l’ultima stagione avevo anche ricevuto una proposta del Psg, ma poi mi chiamò Berlusconi una mattina e mi disse che ero il giocatore ideale per portare il Milan in alto, anche in Champions“.

E continua: “Mi ha detto che contavano su di me, che avevano bisogno di me per andare lontano, e io volevo fortemente vincere la Champions in rossonero. Poi purtroppo quell’anno ho avuto alcuni infortuni, non è andata bene e a fine stagione sono tornato in Brasile. Mi è spiaciuto molto perché sono stato tirato in ballo dai tifosi come quello che non aveva voluto andarsene. Ma io, ripeto, a quella maglia ho sempre dato tutto“.

Su Kessie trequartista: “Kessie è un ottimo giocatore, che può fare più ruoli. Dico solo che il Milan ha tanti calciatori che possono fare la differenza e dare la vittoria“.

Su Leao: “Quando un giocatore arriva al Milan ed è giovane non è facile imporsi subito. Il Milan è un club grosso e hai sempre i fari puntati addosso. Lui deve capire che può fare la differenza e spero possa succedere nel derby. Se ci riuscirà, sarà un ulteriore salto di qualità“.

Su Maldini: “Lui è un esempio. Per me è stato compagno, amico, papà, fratello, mentore. Sta continuando a dare la sua vita al Milan e quindi tutto ciò che fa, o pensa di fare, va in questa direzione. A volte gli mando qualche messaggio per ricordargli di guardare anche negli Stati Uniti…“.

Un pronostico: “Vedo un derby molto difficile e combattuto, che si sblocca alla mezzora del secondo tempo con un gol di Leao e finisce uno a zero per noi“.

Alexandre Pato - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Alexandre Pato – Milanpress, robe dell’altro diavolo

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