In un momento ed una stagione pieni di incertezze e dubbi, per il Milan l’unica strada tracciata sembra quella che porta a Ralf Rangnick. Il manager tedesco è infatti il prescelto per il futuro rossonero con una trattativa in piedi da mesi pronta a giungere al positivo epilogo. Non sono state semplici le settimane che hanno sempre di più avvicinato Rangnick al Milan. Dapprima il licenziamento di Boban, oppostosi fermamente all’idea di portare il tedesco a Milanello, e quello imminente di Maldini, che sembra vivere da separato in casa. I due dirigenti non hanno visto di buon occhio l’intromissione di Gazidis nella parte sportiva, con la scelta del nuovo allenatore, con pieni poteri dirigenziali, già a metà stagione e senza interpellarli. Nonostante le speranze ed i buoni propositi dei tifosi, l’ex capitano dunque sarà destinato a fare lo stesso percorso del suo amico e collega Zvone ed abbandonare il Milan.
TERZO ALLENATORE DA PAGARE
Un dato preoccupante per i tifosi e soprattutto per il bilancio rossonero però sembra essere quello riguardante lo stipendio di Rangnick. Secondo le ultime indiscrezioni, Gazidis avrebbe in mente di proporgli un triennale intorno ai 6 milioni di euro l’anno. E come se non bastasse, non sarà il solo Rangnick a percepire lo stipendio da allenatore al Milan. A meno di nuovi accordi e nuovi club, anche Giampaolo e Pioli sarebbero iscritti al bilancio rossonero nella sezione stipendi. Il primo, ha ancora un altro anno di contratto a 2 milioni netti, mentre il secondo ne prende 1,5. Al lordo, considerando anche il tedesco, si arriverebbe alla cifra di 18-19 milioni totali.
CONTRADDIZIONE STIPENDI
Tanti, tantissimi per una società che da tempo manifesta la necessità di abbassare il tetto ingaggi dei giocatori per ripianare il bilancio ed avere una boccata d’ossigeno. Le questioni riguardanti il futuro in bilico di Donnarumma, Romagnoli e Ibrahimovic e l’impossibilità di prendere giocatori esperti e già affermati, si ritrovano in un vero e proprio squilibrio, con un bilancio a due facce. Da un lato, quello dirigenziale, con ben tre allenatori a libro paga ed una società tra le più pagate d’Europa. Dall’altro invece si cerca di tirare la cinghia il più possibile sugli stipendi dei giocatori che sono quelli che dovrebbero fare davvero la differenza in campo.
Basterà uno stipendio da top ed una schiera di collaboratori al seguito a Ralf Rangnick per far svoltare il Milan? La risposta la darà il tempo, ma intanto, in via Aldo Rossi, la confusione e la contraddizione sembrano farla da padrone.
