L’ex difensore rossonero Massimo Oddo ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni di Milan TV nella rubrica “On the pitch“. Il primo episodio è dedicato ai coast-to-coast: ecco le sue parole.
“In quel momento non era ancora esploso, prima di giocare quella Champions League. Era un grandissimo calciatore, si sapeva, ma ancora non aveva fatto grandissime cose: le fece quell’anno. Ma tutti quanti sostenevano che era un giocatore pazzesco, formidabile, poi lo confermò sul campo. Era un giocatore sicuramente tecnico, ma aveva uno strapotere fisico pazzesco. Mi ricordo quando facevamo le ripetute anche da 6-7 minuti, lui arrivava con facilità un minuto e mezzo prima degli altri. E questo strapotere fisico lo dimostrò nei gol: c’era gente che si attaccava alla maglia e non riusciva a prenderlo, gente che si scontrava l’uno con l’altro. Oltre alle qualità tecniche, la differenza vera la faceva questa strapotenza fisica“.
Sul gol di Kaka in coast-to-coast contro il Celtic: “Era una squadra fantastica, fortissima, ma quell’anno Kaka non dico che vinse da solo la Champions League, ma quasi…“.
Su Theo Hernandez e il ruolo di terzino: “Quando riesce a partire palla al piede, se riesce ad arrivare dall’altra parte ti fa veramente male. Nell’ultimo decennio due sono stati i ruoli che hanno cambiato completamente il modo di giocare, hanno avuto maggiore evoluzione: il portiere e il terzino. Ci si è resi conto che il terzino gioca nella zona di campo più facile da attaccare. Quando si preparano le partite, la prima cosa che dice l’allenatore è: ‘Quando la palla è centrale stiamo lì, appena si sposta a destra o sinistra andiamo in pressione’. Si è cercato di trovare nuove soluzioni. La nuova soluzione è quella di non renderlo statico, ma di farlo muovere per non farsi venire a prendere. Ovvio che devi avere le qualità tecniche per poter andare a giocare in mezzo al campo: Theo sicuramente le ha e questa è una forza in più“.