Il precampionato del Milan è agli archivi. Qualche giorno di riposo per i giocatori, ma mercoledì si inizierà a fare sul serio: con il Bologna all’orizzonte, c’è una partita da preparare al meglio. L’ultima amichevole svolta in quel di Milanello, la quarta settimanale, ha lasciato diversi spunti di riflessione per via delle scelte di Stefano Pioli, sia di formazione che di proposta.
Il tecnico rossonero ha dato un minutaggio di 90′ a tutti i giocatori impegnati sabato contro l’Etoile Sportive du Sahel, ma anche a molti di quelli scesi in campo oggi (Calabria, Florenzi, Pobega, Adli, Romero). Una scelta per tenere tutti allo stesso livello di condizione, ma senza snaturare quelle che dovrebbero essere le sue decisioni per la sfida contro il Bologna. L’unico dubbio resta quello del terzino destro: Kalulu e Calabria si giocano il posto durante la settimana.
Entrando nello specifico della gara odierna, ci sono alcuni aspetti nuovi da analizzare nel gioco rossonero, a partire dal lavoro dei due interni di centrocampo, Musah e Pobega. L’allenatore emiliano ha chiesto un loro un compito diverso dal solito, ovvero quello di aprirsi in ampiezza finendo quasi a fare gli esterni alti di centrocampo (soprattutto il secondo) e aprendo gli spazi centrali per l’insolito lavoro degli esterni offensivi (soprattutto Romero sulla sinistra) all’interno del campo.
Forse un modo per dare manforte a Okafor, alla prima vera apparizione con la nuova maglia da punto di riferimento in attacco, forse per sfruttare più centralmente le caratteristiche di Romero e del suo mancino visto che si trovava sulla fascia meno “sua”. Musah si è reso protagonista di due accelerazioni sulla fascia destra molto stuzzicanti, reggendo alla spinta dell’avversario e arrivando sul fondo a mettere, in una delle due situazioni, un cross teso e invitante non sfruttato dai compagni.
Un altro lavoro che si è notato è quello di Adli che è stato chiamato spesso ad un pressing iper offensivo, al punto da arrivare fino all’area di rigore avversaria. Ma non solo: il francese si è visto buttarsi due volte in zona offensiva alla ricerca del gol, la prima anticipato dal portiere avversario prima di riuscire a calciare. Una novità anche la posizione di Kjaer in impostazione che, soprattutto nel secondo tempo, è avanzato sulla linea mediana quasi a formare una cerniera a due proprio con Adli, davanti alla linea a tre difensiva.
Una linea a tre che oramai è una caratteristica assodata nell’interpretazione del gioco da parte del Milan di Pioli. Il cosiddetto 3+2, con uno dei due terzini che a turno si accentra e affianca il vertice basso. Interessante evidenziare la posizione di Bartesaghi da “braccetto”, o per meglio dire “terzino” (inteso come terzo) mancino, che nel corso del primo tempo in proiezione offensiva centrale ha trovato anche un’ottima imbucata per Okafor, non sfruttata a dovere dallo svizzero. Le tante alternative a disposizione di Pioli gli permettono di variare soluzioni e giocatori, moduli ed interpretazioni in fase difensiva e offensiva: che sia di buon auspicio per la nuova stagione.
