HomePrimo PianoMilan, col Newcastle occasione persa: contro il Verona serve ritrovare concretezza offensiva

Milan, col Newcastle occasione persa: contro il Verona serve ritrovare concretezza offensiva

Il Milan esordisce nella Champions League 2023/24 con un pareggio casalingo, contro quel Newcastle che era stato dipinto come uno spauracchio, ma che a conti fatti si è dimostrato un avversario più che alla portata. Un pareggio che segue la disfatta nel derby di sabato e che può essere anche accolto positivamente dal punto di vista del gioco, visto che nessuno può negare che vi sia stata una sola squadra in campo.

È legittimo affermare che il Milan meritasse la vittoria, ma da qui in poi tocca soffermarsi sulla sterilità offensiva messa in mostra. Non basta tirare in porta per recriminare, perché è altrettanto palese che Pope non sia stato così severamente impegnato dagli avanti rossoneri. Una occasione persa per bagnare il debutto con un successo? Si, certo, ma per vincere bisogna fare molto meglio in area di rigore. E a questo proposito, come vedremo, grandi responsabilità sono attribuibili a Leao.

Debutti: non sempre è buona la prima

Cominciamo col sbrigare qualche pratica formale: la partita d’esordio in Champions League non è mai semplice da approcciare, non importa quale sia l’avversario. Non è raro che riveli già molto del destino e delle fortune delle squadre che mirano a superare la fase a gironi. Per questo motivo riuscire a non perdere non è importante, ma fondamentale. Soprattutto se la prima apparizione stagionale in Europa è stata preceduta, come in questo caso, da una sonora lezione subita in campionato.

Ciò detto, per il Milan riuscire a battere il Newcastle dell’applauditissimo ex, Sandro Tonali, anche soltanto con uno sgarrupato golletto, sarebbe stato ancora più importante. Non solo per garantirsi i primi tre punti di questa edizione in Champions, ma anche per dare modo ai tifosi di dimenticare in fretta il derby.

Newcastle non insuperabile

Gli inglesi, venuti a Milano platealmente in cerca di ciò che hanno trovato, ovvero lo zero a zero e il punticino che muove la classifica, sono apparsi tutt’altro che irresistibili. Il primo tiro degli ospiti nello specchio della porta rossonera arriva in pieno recupero, e siccome il calcio sa essere meraviglioso e vigliacco allo stesso tempo, serve un gran parata di Sportiello, subentrato a Maignan, per evitare che si compia una ingiustizia.

Ma se da un lato una parata salva risultato di Sportiello può essere rubricata alla voce buone notizie, insieme al positivissimo esordio di Musah che ha messo in mostra qualche buono spunto, di contro occorre sottolineare che in questo martedì di coppa, le buone nuove più o meno si chiudono qui. Il Milan, avrebbe meritato di vincere perché se non altro ci ha provato, ma non è che le occasioni da rete siano fioccate.

Milan solo due le vere occasioni da gol

Due quelle davvero degne di nota, una per tempo: un salvataggio sulla linea di su tiro di Pobega nella prima frazione, un colpo di testa di Leao che scheggia la traversa nella seconda. Fine delle trasmissioni. Il resto è confusione e tanta imprecisione davanti alla porta di Pope, che non ha dovuto sfoderare doti da acrobata, dovendo sbrigare per lo più compiti ordinari. Tanti i tiri scagliati verso di lui, ma quasi sempre facilmente addomesticabili.

La recondita speranza di ogni tifoso del Milan di riprendere il fil rouge interrotto contro l’Inter, ritrovando magicamente brillantezza fisica, mentale, occasioni e gol non era credibile si concretizzasse e così è stato. Una brutta sveglia lascia il segno, dopo la sconfitta nella stracittadina non si poteva riprendere a recitare la poesia da dove si era interrotta.

La buona volontà alla squadra di Pioli non è mancata, la lucidità di pensiero e la rapidità di esecuzione invece si, eccome. Il primo tempo è stato giocato a sprazzi. Meglio ripresa, che ha visto maggiore fluidità e continuità di manovra. In area però è stata carestia.

Bene Pobega e Musah, rivedibile Chukweze

C’era scetticismo sull’esordio stagionale dal primo minuto di Pobega che in definitiva è stato uno dei più pericolosi. Oltre alla già citata occasione da gol, ha scagliato ance un tiro dal limite piuttosto centrale, respinto con qualche difficoltà dal portiere ospite. Benino Chukweze, che non ha incantato ma nemmeno deluso. Spesso nel vivo dell’azione, è sembrato però mancargli lo spunto decisivo.

Theo Hernandez ha messo in mostra alcune sgasate e qualcuno dei suoi tagli in mezzo al campo, insieme a un bel colpo di testa ma troppo centrale, mentre Giroud è apparso decisamente appannato. In difesa Tomori e Thiaw non hanno dovuto dannarsi, gli inglesi si sono affacciati poco dalle loro parti, ma in ogni caso sono stati efficaci. Positivi anche se non al centro della manovra sia Loftus-Cheek che Krunic. La palla è passata poco per vie centrali, almeno fino a quando non è entrato Reijnders.

Rafa che farai da grande?

Un capitolo tutto per sé lo richiede la prestazione di Rafa Leao. Abbiamo già avuto modo, da queste pagine, di sottolineare come questo dotatissimo giocatore debba decidere cosa vuole fare da grande. Perché se vuole diventare uno dei migliori al mondo deve vedere la porta con più decisione e soprattutto precisione. Non è più accettabile vederlo saltare mezza difesa e non concludere, finendo poi per fare la cosa più sbagliate di tutte, un inutile colpo di tacco che, peraltro, non gli è nemmeno riuscito, cadendo goffamente.

Finché non compirà questo passaggio fondamentale, è impossibile inserirlo nella stessa cerchia di giocatori che concludono la stagione con 25/30 segnature. Intendiamoci, Diego Maradona non era un bomber, ma sapeva trovare il gol quando la sua squadra ne aveva più bisogno. Leao forse non sarà mai un capocannoniere, ma certe leziosità vanno abbandonate a favore di un più utile ed efficace pragmatismo.

Se, a onor del vero, nella circostanza del colpo di testa che ha pizzicato la traversa non è ha avuto suerte, è comunque vero che la fortuna aiuta gli audaci. E ne serve molta di più di audacia. Il suo mentore Ibrahimovic ha raccontato più volte di come, quando vestiva la maglia della Juventus, fino a che Fabio Capello non lo mise a tirare in porta centinaia di volte in allenamento, facesse fatica a mettere insieme dieci gol a stagione. Bene, se il maestro ha indicato la strada, sarebbe bene seguirla.

Non solo Leao

Comunque, non è l’unico a dover a portare il fardello dell’imprecisione. Giroud ha ricordato a tutti che a 36 anni non può più giocare ogni match. Infatti è apparso abulico, evidentemente in riserva. Chukweze come detto ha fatto tanto fumo, ma per il momento è mancato l’arrosto. Era il suo debutto dal primo minuto, ha tutto il diritto di reclamare altro tempo, ci mancherebbe. Pulisic entrando nel secondo tempo non ha inciso in attacco.

In definitiva, per quel che concerne la prestazione, non ci si poteva aspettare niente di diverso da ciò che si è visto, era normale che restassero scorie della severa sconfitta di tre giorni prima. Era però fondamentale riuscire in qualche modo a portare a casa i tre punti, ciò non si è verificato. E se vero che certamente nulla è compromesso, i due punti che mancano all’appello potrebbero essere pesantissimi a dicembre, quando questo complicatissimo girone emetterà i suoi verdetti. Ora, però, testa al campionato: c’è da vincere contro il Verona.

Milan: Rafael Leao e il nuovo numero di maglia - MilanPress, robe dell'altro diavolo
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