Nella giornata di ieri vi abbiamo proposto un confronto tra l’inizio del 2021 e l’inizio del 2022 del Milan: una squadra con due passi differenti. Le situazioni sono totalmente diverse: la squadra della scorsa stagione era in piena emergenza infortuni e da novembre circa tirava la carretta; quella di questa stagione, con tutti gli scongiuri del caso, sembra aver passato da diverso tempo il momento di massima difficoltà con le indisponibilità e ha comunque chiuso dignitosamente un gran girone d’andata. Come scrive oggi la Gazzetta dello Sport: “È il Diavolo migliore al momento giusto“.

La Rosea fornisce 5 motivi per cui i rossoneri possano restare in alto, partendo dall’ottimo trend in scontri diretti e in trasferta. 9 big match giocati: 5 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta. 12 sfide lontano dalle proprie mura giocate: 9 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta (media di 2,23 punti a gara). Come se non bastasse è migliorato anche il bilancio casalingo: dalla media punti di 1,57 a partita della scorsa annata si è passati ad un buon 2,07.

Il secondo punto è il corso accelerato di maturazione per i giovani, oggi diventati veterani: i vari Calabria, Theo Hernandez, Tonali. A questi si aggiungono i veri esperti tra cui spiccano Giroud, Florenzi, lo stesso Maignan che ha vinto con il Lille la scorsa stagione. Il mix giusto e ragionato di cui il club ha sempre parlato nella figura di Paolo Maldini.

Il terzo riguarda la crescita in zona realizzativa di Rafael Leao e in generale l’apporto di tutta la squadra (15 giocatori diversi in gol in campionato, 16 se contiamo anche Tomori in Champions). Sono due i gol in più (50) segnati rispetto alla scorsa stagione (48) a questo punto della Serie A, con un Ibrahimovic che ha però dato un apporto minore (oggi 8, l’anno scorso già 14).

La capacità di soffrire del gruppo, come nel derby contro l’Inter, e poi uscire alla lunga con caparbietà, ma anche carattere. In passato il Milan sembrava condannato a dover giocare bene per portare a casa il risultato: oggi è un grande squadra e può permettersi anche di “subire” l’avversario in determinati frangenti della partita.

Ultima, ma non meno importante, la solidità difensiva: 26 reti subite in campionato, 4 in meno della scorsa annata con un Donnarumma in meno e un Maignan in più. La coppia Tomori-Romagnoli non sta facendo rimpiangere Kjaer, ma nemmeno Kalulu lo aveva fatto con il difensore inglese: 10 punti su 15 conquistati senza l’ex Chelsea.