Milan-Monza è una sfida dal sapore particolare, perchè è la partita “delle prime volte”: non solo la prima volta nella storia che si gioca in Serie A questa sorta di derby, ma anche la prima volta che Silvio Berlusconi e Adriano Galliani tornano a San Siro da avversari dopo 31 anni e 29 trofei in rossonero. Stefano Pioli ha più di un pensiero al decisivo match di Champions League contro la Dinamo Zagabria, in programma martedì, perchè attua un corposo turnover: sono ben 7 i cambi nell’undici iniziale rispetto a Verona, con Kalulu, Tonali, Leao e Giroud lasciati inizialmente a riposo e chances importanti per Kjaer, Dest, Pobega, Rebic e Leao. Palladino, con il solito 3-4-2-1, lancia Antov dal primo minuto e schiera un attacco leggero composto da Caprari e Mota Carvalho.
Milan-Monza, primo tempo
Il primo quarto d’ora di gioco è di studio, con il Milan che prova sin da subito a tenere alto il baricentro. Alla prima occasione, però, il Diavolo passa: è il minuto 16, Brahim Diaz controlla palla nel cerchio di centrocampo, punta la porta, resiste a Barberis, Antov e Pablo Marì e in spaccata beffa Di Gregorio in uscita. Il Monza non si fa abbattere dallo svantaggio e prova subito a rimettere in parità la partita: in due occasioni, infatti, Tatarusanu deve farsi trovare pronto per negare il gol agli ospiti, prima sul bolide mancino di Sensi e poi sul colpo di testa ravvicinato di Carlos Augusto, che tutto solo non riesce ad angolare, mancando un’occasione clamorosa. Il Milan ci prova poco dopo la mezz’ora con Origi, che entra in area, evita Pablo Marì e con il sinistro trova solo l’esterno della rete. Chi è assolutamente “on fire” è Brahim Diaz: al minuto 41 Origi lo serve in area, lo spagnolo brucia Caldirola con il primo controllo di palla e incrocia sul secondo palo il raddoppio dei Campioni d’Italia. Senza recupero si conclude una prima frazione che ha visto un Milan molto cinico ed un Monza vivace e punito forse oltre i propri demeriti.
Milan-Monza, secondo tempo
La ripresa inizia con due volti nuovi in campo, uno per squadra: nel Milan Kalulu prende il posto di Dest, nel Monza c’è Ranocchia e non Barberis. Il Milan ha subito l’occasione per il tris, con Rebic che arriva a tu per tu con Di Gregorio ma viene murato dal portiere biancorosso. All’ottavo, Brahim Diaz chiede il cambio per un problema muscolare: lo spagnolo esce toccandosi l’adduttore tra la standing ovation di San Siro. Al suo posto entra De Ketelaere, dopo aver saltato per infortunio le sfide contro Chelsea e Verona. Risponde Palladino, incrementando il peso dell’attacco con l’ingresso dell’ex Petagna al posto di Mota Carvalho. All’ora di gioco, Origi avrebbe sul destro il pallone per chiuderla, ma impiega troppo tempo per calciare e viene chiuso dalla difesa. Subito dopo, Pioli richiama Kjaer e Rebic, schierando al loro posto Gabbia e Leao. Al ventesimo, il Milan chiude la contesa con un bolide destro di Divock Origi dal limite dell’area, sul quale Di Gregorio non può nulla. Cinque minuti dopo, in maniera improvvisa, il Monza prova a riaprirla: punizione di Ranocchia, il cui tiro bacia il palo alla sinistra di un Tatarusanu non impeccabile e va in rete. Al 76° è invece attento il portiere rumeno ad opporsi al tiro di Carboni dopo una mischia in area. Un minuto dopo, Pioli si copre per rintuzzare i tentativi del Monza, rinforzando il centrocampo con l’ingresso di Vranckx al posto di Origi e passando al 4-3-3 con De Ketelaere falso nueve. Dopo una decina di minuti in cui il Monza ha impensierito il Milan, i rossoneri la chiudono a sei dalla fine: sgroppata di Theo Hernandez, che poi serve l’accorrente Rafael Leao, che con il destro spiazza Di Gregorio e regala ai Campioni d’Italia un finale di partita tranquillo. Nel terzo dei quattro minuti di recupero, De Ketelaere manca clamorosamente il gol che lo avrebbe sbloccato. San Siro, comunque, può festeggiare: 4-1 al Monza e la possibilità di guadagnare in ogni caso punti sulle dirette concorrenti allo Scudetto, visti i tre big match che si giocheranno in questa giornata: Fiorentina-Inter, Atalanta-Lazio e Roma-Napoli.