In tre delle ultime quattro gare, tra campionato e coppa Italia, il Milan si è ripresentato col modulo di rifermento del ciclo Pioli, ovvero 4231, ed in queste tre occasioni ha centrato la vittoria, peraltro con risultati piuttosto larghi. Nell’unica circostanza nella quale si è usciti da questo spartito, è arrivata la sconfitta che ha escluso il Diavolo dalle semifinali da coppa Italia. In quel match troppe carte mescolate, tanta confusione tattica e alcuni fischi sfortunati del direttore di gara.

Fondamentale per ritrovare continuità di risultato, al solito è l’equilibrio. Ebbene, quando sembrava troppo tardi nella stagione, l’hanno portato due interpreti particolari: Reijnders e Adli. Il primo acquistato in estate per far la mezzala, ha letteralmente preso in mano la squadra e sta sempre più guidandola con giocate di qualità e tempi di gioco tutti suoi. L’altro ha vissuto un purgatorio un’annata fa, ed è rinato reinventandosi mediano, con umiltà e sacrificio.

Tijjani e Yacine rappresentano la strana coppia che sta provando a portar fuori dal guado il Milan. Certo non è esclusivamente merito loro, c’è di fondo un atteggiamento meno spericolato e un po’ più attendista, ma alla fine i ritmi li gestiscono loro e finora l’hanno fatto bene.

Nelle prossime settimane magari avranno modo di poterlo fare anche assieme a Bennacer, che stasera farà l’esordio nelle coppa d’Africa con la sua Algeria. Isma in questi giorni intanto è diventato l’highlander del centrocampo che fu dello scudetto. Con la partenza di Krunic si può dire ora che sia sopravvissuto solo lui. Una rivoluzione profonda negli uomini, ma come stiamo analizzando, non nel modulo.