Massimiliano Mirabelli ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Tuttosport nella quale ha parlato di Hakan Calhanoglu, giocatore che portò in Italia nell’estate 2017 dal Bayer Leverkusen. Parole al veleno nei confronti della dirigenza rossonera, colpevole di non aver lottato per il turco.
“La verità è un’altra: qualcuno voleva cancellare il lavoro che era stato fatto. Il Milan doveva lottare per tenerlo, non lasciarlo andare via gratis come successo poi anche con Donnarumma e Kessie. I tifosi al Milan lo ammiravano. Oggi pensano che abbia tradito i rossoneri, ma non è così. È il Milan che non ha voluto trattenere Calhanoglu, non Calhanoglu che se n’è voluto andare via dal Milan. Lui è uno che fa la differenza. Quei punti di distacco che ci sono adesso tra Inter e Milan, forse sarebbero stati ribaltati se Calha fosse rimasto. I rossoneri devono mordersi le mani per quanto accaduto“.
Mirabelli conclude: “Era già allora un calciatore straordinario, che oggi conferma tutto quello che pensavo di lui. Io anni fa, ai suoi allenatori al Milan, dicevo che sarebbe stato un grande play. Tatticamente intelligente, un piede come il suo lo hanno in pochi al mondo. Non gli manca nemmeno la corsa. Oggi è il miglior play al mondo. E avevo ragione quando ne parlavo in questi termini con Montella e Gattuso. In rossonero ha fatto tanto, tanto, tanto bene. Oggi ha ritrovato una collocazione tattica, in un sistema di gioco più congeniale. Al Milan ha ricoperto tanti ruoli e fu protagonista. Oggi? Lo sento ancora affettuosamente. Mi chiama ‘father’, papà, visto che sono stato importante per la sua carriera, il suo padre calcistico“.