Strana la vita, strano soprattutto il calcio. Il Milan primo, pieno zeppo di infortuni e indisponibili, decide di affacciarsi alla finestra del mercato invernale con forza e vigore, decide di farlo più degli altri, decide di operare in maniera decisa, oculata ed intelligente per andare a rinforzarsi e coprire alcuni evidenti buchi in rosa. Arrivano Mandzukic come vice Ibra, Tomori come prima alternativa alla coppia centrale di difensori Romagnoli-Kjaer e Meitè per rinforzare la zona nevralgica del campo e mettere sostanza, corsa e fisicità alla mediana rossonera. Per tanti, addetti ai lavori e opinione pubblica sportiva, questa è la mossa decisiva per puntare diritti allo Scudetto, per non nascondersi più e per credere nel sogno. Per altri, invece, è semplicemente uno sforzo della società fatto per premiare lo straordinario andamento della squadra fino a quel momento e per assicurarsi il treno Champions. Da quel momento in poi, però, le cose cominciano a complicarsi, il Milan perde 3 partite su 5 in Campionato, viene eliminato dall’Europa League e perde la vetta della classifica a favore dell’Inter. Colpa del mercato invernale? Sicuramente no, ma senza dubbio, per ora, le scelte fatte in sede di calciomercato non hanno ancora pagato.
Mercato invernale, chi ancora non ha convinto: Mandzukic e Meitè
L’acquisto che ha fatto certamente più scalpore, regalando entusiasmo e voli pindarici, è stato, tra i tre del mercato invernale, senza ombra di dubbio è stato quello di Mario Mandzukic. L’attaccante croato è arrivato accompagnato soltanto da squilli di tromba e voci di approvazione. Aggiungere uno con il suo carattere, il suo carisma, la sua personalità, la sua cattiveria e la sua leadership, all’interno dello spogliatoio rossonero e affiancarlo a Zlatan Ibrahimovic, è senza dubbio una mossa vincente. Questo almeno quello che hanno pensato quasi tutti, dimenticando, forse, che Mario non è più un calciatore ad alti livelli da un anno e mezzo (maggio 2019 le ultime partite ufficiali con la maglia della Juventus), ha giocato pochi mesi in Qatar e da quasi un anno e senza gare ufficiali all’attivo. L’età e la condizione fisica non sono dalla sua parte, ma considerando il suo carattere, secondo quasi tutti, non ci sarebbe voluto troppo per vederlo inserito sia fisicamente che tatticamente. Il croato, invece, ha già subito due stop fisici e, nelle poche occasioni in cui è stato impiegato, non ha di certo brillato. L’inserimento sembra molto più lento del previsto, ma al Milan giurano che arriverà il più presto possibile. Discorso diverso per Meitè. L’ex centrocampista del Torino non ha avuto problemi fisici, è stato spesso impiegato da Pioli, o da titolare o a gara in corso, ma sembra davvero un colpo estraneo alla squadra e, a parte nella vittoriosa gara contro il Crotone, non ha davvero mai convinto, nemmeno un po’.
Mercato invernale, chi ha convinto: Fikayo Tomori
L’unico dei tre acquisti del mercato invernale che sembra aver già dato le giuste risposte e le garanzie richieste sembra essere Fikayo Tomori. L’anglocanadese, ancora di proprietà del Chelsea, ha già disputato tre partite da titolare, subentrando in altre due. Sicurezza, velocità, aggressività, progressione e fisicità. Sono tutte doti che il centrale rossonero ha già mostrato ampiamente e che sembrano quasi diventate già imprescindibili per questo Milan. Così importanti, infatti, da doverlo rimpiangere per non averlo visto impiegato da titolare nel derby a cercare di contrastare Lukaku che, domenica scorsa, ha davvero fatto il bello e cattivo tempo, agevolato dalla marcatura non certo ferrea di Alessio Romagnoli. Ed è proprio attorno alla titolarità di quest’ultimo che ormai si è aperto un dibattito tra tifosi rossoneri e addetti ai lavori. Non sarebbe meglio affiancare a Kjaer proprio Tomori e dare un po’ di riposo al confuso ed appannato Romagnoli? I tifosi non hanno dubbi, vogliono l’inglese titolare, Pioli sembra ci stia pensando, ma intanto siamo sicuri che lo vedremo titolare nel ritorno dei sedicesimi di Europa League di giovedì contro lo Stella Rossa. Al netto di Tomori, quindi, non è giusto dare dei giudizi troppo affrettati sul mercato invernale rossonero, ma, dopo circa un mese dall’arrivo dei tre nuovi acquisti, di certo l’impatto non è quello sperato.