La domanda è: il Milan di Stefano Pioli è diventato una grande squadra? La risposta, se guardiamo ai valori messi in campo, alle prestazioni e ai punti fatti contro le big in questo campionato fino ad ora, non può che essere sì. Sembra però che ci sia un “ma” sospeso, ovvero quella sensazione di incompletezza che balza all’occhio se si pensa alle partite sulla carta più abbordabili. Queste partite sono quelle in cui i rossoneri fanno paradossalmente più fatica, come i recenti pareggi con Salernitana e Udinese o la sconfitta in casa contro lo Spezia testimoniano in modo lampante.

Dunque, si può dire che al Milan manchi qualcosa per diventare grande. Un ultimo passo, un ultimo step nell’incredibile percorso di crescita iniziato poco più di due anni fa con gli arrivi di Stefano Pioli e Zlatan Ibrahimovic. Quest’ultimo step consiste nel non fallire le occasioni nei momenti decisivi e la partita contro l’Empoli è solo il primo di una serie di esempi lunga dieci partite. Le ultime dieci partite di questa elettrizzante lotta per il titolo, che il Milan torna a giocarsi realmente dopo un periodo buio e a tratti deprimente lungo una decade, ci diranno se i rossoneri sono diventati grandi, o per meglio dire, tornati grandi.

Pioli in conferenza ha affermato che chi gioca bene ha più possibilità di vincere, ma che da qui alla fine bisognerà saper anche vincere le partite “sporche”, quelle più complicate, tignose e toste. Quelle partite che il Milan ha dimostrato di saper vincere anche in questo campionato, come con il Torino in casa o con la Sampdoria sia all’andata che al ritorno, ma che ora arrivano nel momento decisivo e, quindi, nella mente dei giovani rossoneri si aggiunge la pressione di non poterle sbagliare. Vincere queste partite è l’ultimo step che il Milan di Pioli deve fare se vuole arrivare fino in fondo e tornare a festeggiare qualcosa di importante, l’ultimo step per diventare grande.