Serviva una risposta ed è arrivata. Serviva dimostrare di non essere solo ‘Ibra ed altri 10’ ed il test, tutto sommato, è stato superato con una buona prestazione. Sì, perché arrivare al Pierre Mauroy senza Ibrahimovic e dopo uno 0-3 ancora fresco poteva incidere nelle menti e nelle gambe dei rossoneri. Invece la truppa ha retto molto bene, probabilmente tornando a Milano con qualche rimpianto. Pesa ancora quella distrazione sul giro palla difensivo che ha portato all’azione-lampo del pareggio. Ma sarebbe riduttivo assegnare la colpa dell’1-1 solamente ai quattro lì dietro perché durante il match, pur dominato per gran parte dei 90 minuti, è mancata la precisione negli ultimi metri. Il pareggio di Bamba, di fatto, è stata l’unica vera occasione dei francesi per impensierire la porta di Gigio Donnarumma.
Milan, tanto gioco ma poca precisione
Nella prima frazione di gioco c’è tanto Milan, con qualche sprazzo rossoblù grazie al solito Yazici. Un gioco che si sviluppa perlopiù nel dialogo difesa-mediana per poi provare ad innescare Hauge, Castillejo e Calhanoglu tra le linee. Questo riesce molto bene al 10’ minuto quando il turco, dopo un uno-due con Hauge, riesce a lanciare in profondità Theo che mette al centro per un impreciso Rebic. Imprecisione, appunto. La stessa del norvegese quando, inspiegabilmente, si incarta negli ultimi 10 metri e non serve al centro Ante Rebic per il tap-in. Non c’è freddezza nemmeno nella ripresa, quando sempre l’ex Bodo non conclude da ottima posizione ma preferisce scaricare su Brahim Diaz, in posizione più defilata. La sensazione è che, con un minimo di cinismo in più, la gara di ieri sera sarebbe potuta finire diversamente.
Milan, sii come a Napoli
Se mettessimo a paragone il match di ieri sera e quello del San Paolo di cinque giorni fa, non è così difficile capire quali sono state le differenze. E non si possono riassumere solamente in un nome, perché la squadra si è dimostrata all’altezza in Francia così come a Napoli, senza dimenticare che nell’1-3 che ha steso Gattuso dobbiamo assegnare meriti importanti a Hauge e Rebic. Ma mentre al San Paolo i rossoneri hanno finalizzato la maggior parte delle azioni degne di nota, al Pierre Mauroy è stato seminato molto e raccolto poco, con giocate troppo sufficienti ed imprecise. L’obiettivo di domenica, a San Siro contro la Fiorentina, sarà proprio questo: ritrovare quell’istinto killer che ha permesso di rifilare tre reti al Napoli.