È una delle tante operazioni di questi due anni rossoneri che passa spesso in secondo piano, ma quella che ha portato Pierre Kalulu nell’estate 2020 al Milan è stata frutto di un’intuizione e di una prontezza incredibile dei dirigenti rossoneri.
Trasferitosi in Italia per poco meno di un milione di euro dal Lione, club nel quale era cresciuto e che era pronto a farlo salire stabilmente in prima squadra, il difensore francese era seguito con particolare attenzione anche da società molto importanti, Bayern Monaco su tutte. Lui ha giustificato così la sua scelta: “Quando ho saputo dell’interesse del Milan, mi sono chiesto se fossi mai stato all’altezza di questo glorioso club. Si è trattato della mia prima decisione difficile nella mia vita. È impossibile dire di no quando ti chiama un club del genere“.
Kalulu e la continuità trovata
Il classe 2000, a questo punto della stagione, ha già registrato più presenze e più minuti giocati rispetto alla precedente. 21 apparizioni in tutte le competizioni contro le 19 totali dell’annata scorsa, 1.191′ contro 1.106′. Una continuità trovata grazie alle opportunità che Pioli gli ha concesso, a causa anche dei tanti infortuni, ma che lui ha sfruttato al meglio.
Da terzino destro o da terzino sinistro, fino a passare al centro della difesa: la duttilità tattica del 21enne transalpino lo rende preziosissimo nello scacchiere rossonero e lo ha portato ad essere uno dei titolari di questa squadra, nonostante la forte concorrenza dei compagni. Una freddezza fuori dal comune, abbinata a qualità tecniche invidiabili e ad una corsa altrettanto importante. Poi verrà sottolineato l’errore contro lo Spezia a mente poco lucida dopo 96′, ma poco ci interessa: il giocatore va misurato su tutto il corso della stagione e, fino ad ora, si è guadagnato una bella promozione.
Gli scenari futuri
Che ne sarà di lui? Il suo valore è cresciuto sicuramente col tempo, tant’è che il portale specializzato Transfermarkt lo attesta a 10 milioni di euro. Difficile che il Milan se ne privi così facilmente, anche perché, a seconda dei movimenti di mercato, potrebbe diventare una pedina ancor più importante nei prossimi anni.
Stefano Pioli non ha mai nascosto di vederlo benissimo in una difesa a 3 come “braccetto” di destra. In effetti è un ruolo ibrido che potrebbe esaltare le sue caratteristiche e farlo diventare ufficialmente un grande giocatore. Ecco che l’attenzione del Milan per Bremer del Torino potrebbe essere un indizio in tal senso.
Ciò non significa che i rossoneri cambieranno modulo e passeranno ad uno schieramento a 3 in zona difensiva, ma è semplicemente un’idea intrigante. Kalulu, Kjaer, Tomori, Gabbia, Bremer e uno tra Romagnoli o un giovane di prospettiva, nel caso il capitano non rinnovasse, potrebbero formare un reparto arretrato di primo livello, così come Botman al posto del brasiliano. Nel frattempo il club di via Aldo Rossi si gode uno dei suoi migliori gioielli low cost.