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Sacchi: “Pioli, ecco la strategia per battere la Juventus. Leao? Con me non giocherebbe”

Arrigo Sacchi ha rilasciato un’intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport in vista di Milan-Juventus, big match del weekend di Serie A in programma domenica sera a San Siro. Lo storico tecnico rossonero, come al solito, non è stato banale nell’esprimere le sue opinioni.

Il Milan, molto nella partita dipenderà dal Milan. Se è un collettivo, deve giocare da collettivo: in quel caso metterà in difficoltà la Juventus, perché sappiamo già che la Juventus non riuscirà a giocare da collettivo. Difenderà con 10-11 giocatori e farà ripartenze, bene come sa. Ci sono delle regole. In fase difensiva, una squadra che resta in 25-30 metri fa molta meno fatica. Quando il Milan ha la palla, dovrebbe fare meno lanci possibile per non allungarsi e… Pioli è uscito dal tatticismo del suo passato, ora per me ha un dovere: non confondere i giocatori. Continui a dare un gioco, a cercare il palleggio corto. La Juventus aspetta un tuo errore per ripartire e vuole sfruttare angoli e punizioni: è una squadra concreta come quelle di Allegri. Se il Milan fa come lei e gioca sulle individualità, può perdere. Non dimentichiamo che la Juve ha speso più di tutti per gli acquisti, ha una squadra forte. Poi saranno importanti le marcature preventive… e avere un giocatore-frangiflutti che eviti di subire 7-8 contropiede come contro l’Inter“.

Sui singoli del Milan: “Mi piace molto Reijnders, è molto bravo, è completo, legge la partita, si muove molto. Il Milan quest’anno ha buoni giocatori: anche Loftus-Cheek, finché è stato disponibile, è stato poderoso, ha forza. Pulisic non si muove male. Se è intelligente come dicono, perfetto. Il calcio sarà sempre più un gioco collettivo di intelligenza. Leao? Con me non giocherebbe. Io prima di prendere un giocatore guardavo molto la persona. E se non nasci con un certo temperamento, è difficile acquisirlo. Leao avrebbe tanto, tantissimo, e credo sia assolutamente un bravo ragazzo. Nel calcio però si gioca in undici, tutti devono correre e avere una posizione sul campo. Da noi correvano tutti. Una volta mi chiamò Allodi: ‘Arrigo, vedo che fai correre Virdis. Allora sei bravo bravo bravo’“.

Sacchi conclude su Pioli: “È un ragazzo d’oro. È cresciuto molto per me, è riuscito a portare una squadra italiana a giocare un calcio offensivo come collettivo. Succede raramente. Quando lavoravo nell’azienda di mio padre, mandavo scarpe in Germania e loro mi dicevano ‘pizza, mafia, catenaccio’. Mi sono detto ‘il catenaccio almeno lo voglio togliere’ e con il Milan ci sono riuscito, anche se come nazione proviamo sempre a cavarcela con la furbizia“.

Arrigo Sacchi e Fabio Capello (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Arrigo Sacchi e Fabio Capello (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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