Quando nelle sfide si alza il livello di ciò che si sta giocando, tendenzialmente la partita diventa più bloccata, tesa, accademica. Spesso questa tipologia di gare stressano ancor di più la zona nevralgica e si è soliti ‘banalizzare’ un po’ il tutto, affermando che sono partite che si risolvono a centrocampo.
È stata la zona che maggiormente ha dato da pensare dal punto di vista tattico allo staff di Pioli in questa stagione. Alla fine, forse in colpevole ritardo, l’opzione di modulo scelta nelle gare più strategiche, è stata quella con due mediani e il trequartista atipico. Per certi aspetti ne più ne meno che la versione del Diavolo della scorsa stagione.
Quest’anno negli scontri diretti e in Champions abbiamo quasi sempre visto Tonali, Bennacer e Krunic assieme dal primo minuto, mescolando un poco le carte su chi facesse cosa. Hanno girato un po’ tutti, ma la soluzione vista più volte recentemente è Sandro con Rade mediani bassi e Isma falso diez.
I pregi e difetti son chiari. Anche con la Lazio sabato è stato decisivo il numero 4 sotto porta, anche grazie alla sua stessa prima fase di pressione, mentre un po’ limitante è aver Krunic ad impostare tra i due centrali di difesa. Perfetto invece Tonali tuttocampista.
L’accoppiamento senza palla presumibile nel derby sarà dunque Bennacer su Brozovic, con Barella e Mkhitaryan (o Calhanoglu) a far la lotta di muscoli e fiato con Krunic e Tonali. Sulla falsa riga sopratutto di quello che abbiamo viso col Napoli, con Bennacer su Lobotka. La differenza sarà nello scontro tra gli altri due, perché tra azzurri e nerazzurri c’è una differenza in fisicità e atletismo.
A non cambiare è l’importanza strategica. Chi soffrirà meno a centrocampo si esprimerà più facilmente. Banale quanto ineluttabile. È una sfida a chi ne ha di più e questo Milan dovrà essere bravo a farsi bastare i suoi tre leoni.