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Il punto di Ruiu: sembra il Milan di dieci anni fa, applausi per Ibra

Vittoria all’esordio in campionato, doppietta di Ibra e Galliani che esulta in tribuna. Sembra il Milan di 10 anni fa e invece è quello di ieri sera contro il Bologna. Le immagini del posticipo di S. Siro (anche quello è sempre lo stesso dell’epoca eccezion fatta per l’assenza di pubblico) non sono quelle di repertorio, ma sono attualissime. Anche la piacevolezza del gioco espresso, la concentrazione dei rossoneri e la rete ancora una volta inviolata sono tracce di un Milan del passato che sembrava essersi smarrito. Dobbiamo essere onesti: gran parte del merito di questo meraviglioso ritorno al passato è del Benjamin Button rossonero Zlatan Ibrahimovic che come per incanto ha riportato indietro le lancette della storia milanista, oltre che quelle del proprio orologio biologico.

Il punto di Ruiu: la forza di Ibra

Di lui non stupisce la stupenda incornata su cross di Theo Hernandez, nemmeno il rigore del raddoppio e neanche la maestria nel dirigere tutte le manovre offensive della squadra. Di lui stupiscono la tenuta atletica dopo i 90 minuti di Dublino, la voglia di tornare nella propria area per difendere su ogni corner e la capacità di piazzare un inarrestabile scatto da ventenne che costringe l’avversario al fallo da ammonizione. La forza di Ibra sta nel convincere i suoi compagni che questa squadra può davvero puntare allo scudetto, questo è l’obiettivo segreto non rivelato dallo svedese. Ovviamente è un’utopia lontanissima dalla realtà, ma solo il fatto di averlo inculcato nei compagni è importantissimo per vivere una stagione da protagonisti. Una stagione che sicuramente non terminerà con lo scudetto, ma che finalmente sarà una stagione da Milan e che magari culminerà con il tanto agognato piazzamento in zona Champions League. Perché, come suggeriva anni addietro proprio Galliani: “Per essere sicuri di arrivare nelle prime 4, bisogna puntare al primo posto”.

Il punto di Ruiu: serve un altro difensore

Secondo noi non è un caso che Ibra abbia fatto alla squadra un discorso di questo tipo, magari potrebbe esserci sotto proprio il consiglio, se non lo zampino del suo grande amico, nonché ex amministratore delegato rossonero. Un ad che ieri sera in tribuna sembrava tutto, tranne che ex. Tornando in campo e tornando soprattutto agli obiettivi concreti, da quello che si è visto contro il Bologna non è tutto Zlatan quello che luccica. Infatti in controluce il Milan che ha battuto il Bologna ha messo in mostra una significativa lacuna nell’assorbimento del reparto difensivo. Infatti la retroguardia ha tenuto bene finché i tempi erano ben dettati da Kijaer e Donnarumma ha vissuto da spettatore tre quarti di partita. Poi, con l’uscita dal campo del danese e l’ingresso dell’oggetto misterioso Duarte la musica è cambiata ed è servito il solito provvedenziale Donnarumma a mantenere il famoso clean sheet. Lo stesso Gabbia, non male per la prima parte della gara, è andato in difficoltà con il brasiliano consigliato da Serginho e inspiegabilmente pagato 10 milioni di euro. La morale è che senza almeno un altro difensore di valore medio il Milan farà molta fatica a portare avanti una stagione lunga con impegni ogni 3 giorni. Proprio l’assenza di Romagnoli e l’ingresso di Duarte hanno dimostrato come la priorità assoluta di mercato sia proprio il rinforzo in difesa. Probabilmente anche più del famoso esterno offensivo, benché anche contro il Bologna Castillejo abbia dimostrato che non può fare il titolare in questa squadra. Una squadra così ben condotta da Ibra. Una squadra che può davvero stare in testa alla classifica come suggerisce lo svedese. Almeno fino alla prima pausa delle nazionali.

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