Passata la sbornia sportiva del finale di Empoli, è stata la giornata degli approfondimenti clinici degli infortunati più recenti. Siamo tornati in quella parte dell’anno dove tra un match e l’altro si fa la conta sui disponibili e si immaginano gli incastri tattici a cui potrebbe pensare Pioli.
Già al Castellani abbiamo avuto un antipasto di quello che vedremo nei prossimi impegni, e come nelle scorse stagioni abbiamo apprezzato la dedizioni di chi pur giocando poco, è stato capace di determinare.
Forse non è un caso che Ballo-Touré e Krunic abbiano confezionato il gol dell’1-2 sabato sera, col bosniaco che ha staccato altissimo alla CR7, fornendo l’assist al terzino senegalese, freddissimo a finalizzare sul primo palo da attaccante consumato.
Questa convinzione, questa voglia, questa determinazione a questo gruppo l’ha sicuramente inculcata Zlatan. Non è un segreto che il mental coach sia proprio lui, presente e pressante anche oggi, nonostante ancora in fase di recupero.
Maldini recentemente ha speso delle parole per Ibra, sottolineando che sia a tutti gli effetti giocatore e non former player come qualcuno poteva pensare. Non c’era probabilmente necessità dell’investitura della dirigenza, ma evidenziarlo dà ancora più importanza a la sua incontestabile leadership.
Dopo il Mondiale poi ci sarà il campo. Possibilmente già da febbraio potrà dare di nuovo il suo apporto. In attesa di scoprire Origi, con un Giroud spesso decisivo, poter aver anche Ibrahimovic è un lusso che lo staff tecnico merita di avere.
La stagione ha un calendario singolare e gli impegni ci auguriamo possano essere ancora serrati anche quando tornerà disponibile Z. Se l’anno passato ha saputo esser decisivo con un legamento rotto, abbiamo fiducia possa esserlo nel 2023 con un ginocchio tutto nuovo. E poi? Poi sarebbe bellissimo restasse rossonero, con un incarico dirigenziale, perché ha i questi colori cuciti addosso e un carisma inarrivabile. Per quello che ha fatto e per quello che farà, tanti auguri Zlatan!