Com’è cambiato il mondo da una sessione di mercato all’altra. O meglio, come ha rischiato di cambiare. A maggior ragione se l’oggetto della questione è Santi Gimenez, protagonista indiscusso delle ultime burrascose ore di mercato. C’è stato un momento in cui il messicano pareva destinato a prendere l’areo per Roma, salvo un dietrofront da parte della dirigenza allo scadere.
Una vicenda che lascia tutti perplessi. Intanto per il valore che il Milan ha di fatto riconosciuto a Santiago pochi mesi fa, con un bonifico di oltre 30 milioni di euro entrato nelle casse del Feyernood. Come può dopo mezza stagione, già complicata di suo, esser già stata compiuta una valutazione adeguata? Dopo un investimento del genere, che nella Milano rossonera non si vedeva da un po’, è stato giusto pensarci due volte prima di esprimere una bocciatura. Specie se l’idea è (o meglio, sarebbe stata) quella di arrivare ad uno scambio con Dovbyk, non di certo il mega bomber da 25 reti in campionato.
Non dimentichiamo che negli ultimi cinque anni hanno ricoperto il ruolo di centravanti oltre dieci giocatori, da Jovic ad Abraham passando per Giroud e Origi, senza dimenticare gli acquisti meno appariscenti come Lazetic o i flop come Morata. Segno che continuare a cambiare alla ricerca dell’exploit ha poco senso, ne ha di più lavorare su un singolo sul quale si ripone fiducia.
E questo, piaccia o meno, sarà il destino di Santiago Gimenez. Che al momento è l’unico centravanti di ruolo di cui Max Allegri può disporre e in un sistema di gioco come il 352 è il minimo indispensabile. Per assurdo, il giocatore dato per partente fino all’ultimo secondo sarà una pedina indispensabile nello scacchiere rossonero, per non vedersi costretti a schierare solamente giocatori adattati.
