I prossimi mesi saranno decisivi per il futuro del Milan. Come sottolineato dall’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, Ivan Gazidis sarà chiamato a prendere importanti decisioni. A tal proposito, il primo nodo da sciogliere riguarda la scelta dell’allenatore. Pur stimando Stefano Pioli, che finora ha ottenuto risultati nel complesso discreti, l’amministratore delegato rossonero intende affidare la panchina a Ralf Rangnick, che tra l’altro gode della fiducia del fondo Elliott. Nelle scorse ore, si era parlato anche di Julian Nagelsmann, con il manager nativo di Backnang nel ruolo di direttore tecnico. Tuttavia, sempre stando alla rosea, questa ipotesi non troverebbe conferme. Appare invece più probabile che l’ex mister di Schalke 04 e Lipsia assuma un doppio incarico. L’altra questione da risolvere riguarda il futuro di Zlatan Ibrahimovic, che è in scadenza al termine della stagione in corso. Sebbene sembri desideroso di tornare in Svezia, il centravanti nativo di Malmo non ha ancora chiuso la porta al club di Via Aldo Rossi. In merito, molto dipenderà dall’ad del Diavolo, che dovrà cercare di convincere il bomber classe ’81. Quest’ultimo, per prolungare, avrebbe chiesto un ingaggio abbastanza elevato e una squadra in grado di concludere il prossimo campionato tra le prime quattro.
Al termine dell’annata in corso, inoltre, Gazidis dovrà incontrare Mino Raiola per discutere dei rinnovi di Alessio Romagnoli e Gianluigi Donnarumma. Mentre non dovrebbero esserci particolari problemi per il prolungamento dell’ex centrale della Roma, che è sotto contratto fino al 30 giugno 2021, diverso è il discorso relativo all’estremo difensore campano. Il portiere classe ’99, che è in scadenza al termine della prossima annata, piace a numerosi top club e, per rimanere, vorrebbe 6 milioni netti a stagione. Infine, il dirigente sudafricano dovrà provare a convincere Paolo Maldini a restare anche in caso di arrivo di Rangnick. Al momento, infatti, lo storico numero 3 dei rossoneri ritiene impossibile un’ipotetica convivenza con il tecnico classe ’58 e non avrebbe intenzione di accettare un depotenziamento.