Ivan Gazidis, non nascondiamocelo, non è mai stato visto di buon occhio da parte dei tifosi. Arrivato dall’Arsenal con l’obbiettivo di rilanciare l’area marketing, il marchio Milan e portare avanti il progetto stadio, ben presto ha iniziato a occuparsi dell’area tecnica, cosa mai successa in carriera. Occupandosi di entrambe le aree i risultati non arrivavano da nessuno dei due campi. Gli sponsor diminuivano e i risultati sportivi stentavano. L’arrivo di Pioli sembrava essere una tappa di passaggio verso la sua personale rivoluzione chiamata Ralf Rangnick. Per fortuna, osiamo dire, i risultati ottenuti da Pioli hanno scongiurato questa ipotesi. L’AD ha avuto l’intelligenza di tornare sui suoi passi e dare continuità al progetto rossonero. Ora il Milan è un ambiente unito e compatto come dichiarato dallo stesso Gazidis nella sua ultima intervista. Gli stessi tifosi iniziano a ricredersi e il fatto che l’AD Sudafricano si esprima anche in italiano sicuramente aiuta.
L’addio di Boban e la voglia di rivoluzione
Gazidis come detto non era di certo approdato al Milan per gestire l’area tecnica. Il suo ingaggio da parte del fondo Elliot era dovuto alle sue capacità manageriali in ambito di marketing. Con lui l’Arsenal aveva duplicato il suo fatturato e costruito un nuovo stadio, cosa a cui ambisce il fondo americano proprietario del Milan. Al Milan però c’erano anche da rimettere i conti in ordine, vista la scellerata gestione cinese, cosa che inevitabilmente è influita sulle scelte di mercato dove Gazidis sempre più spesso aveva l’ultima parola. Aspetto che non piaceva per niente a figure autoritarie come Boban che avrebbe preferito agire in proprio, senza imposizioni dall’alto, per rilanciare subito il Milan. Rapporto quindi più che mai difficile tra i due che sfocia nel licenziamento del croato dopo delle dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta. Parole dettate da un contesto societario in cui Gazidis a detta di Zvone aveva silenziosamente ma neanche troppo velatamente deciso di avviare una vera e propria rivoluzione con Ralf Rangnick. L’AD aveva intenzione di lasciare tutto nelle mani del tedesco. L’Addio di Boban caso vuole coincide con il giorno dell’ultima sconfitta in campionato del Milan, 8 Marzo 2020, il punto più basso dal punto di vista societario.
L’intelligenza di cambiare idea
Durante il lockdown sembrava tutto scritto, rivoluzione targata Gazidis a fine campionato e tanti saluti a Stefano Pioli e alla dirigenza formata da Maldini e Massara. Intanto i tifosi erano spaesati e non capivano perchè un solo uomo potesse prendere tutte le decisioni, non supportato neanche dai risultati nel suo campo prediletto: marketing e sponsorizzazioni. Tutto questo ambiente ha compattato la squadra attorno alla figura dell’allenatore. Il Milan inizia una striscia di risultati che non si vedevano da anni. L’ambiente silenziosamente invoca alla continuità e Gazidis si trova “costretto” a cambiare idea e confermare tutto lo staff tecnico e dirigenziale. Da qui inizia la rinascita del Milan che ora lo vede al primo posto in classifica. L’aver cambiato idea è un atto di intelligenza da parte dell’AD rossonero. Avrebbe potuto comunque agire di testa sua senza ascoltare l’ambiente ma ha capito che forse qualcosa di veramente importante stava nascendo. Ha lasciato la guida tecnica e del mercato nelle sapienti mani di Maldini e Massara ed è tornato ad occuparsi di quello per cui era stato ingaggiato. Ha iniziato a trovare nuovi sponsor (EA Sports, Harmont & Blaine, Segafredo ecc) e chiuso un’importante collaborazione con l’agenzia RockNation. Il progetto stadio va avanti e si spera che per la fine del 2021 si possa approvare il progetto. Ecco tutto è tornato al proprio posto e ognuno si occupa del proprio campo ma con la stessa unità d’intenti: tornare a far grande il Milan.