Nel corso della mattinata abbiamo riportato la prima parte della lunga intervista rilasciata da Adriano Galliani al quotidiano Libero. Ecco la seconda parte delle parole dell’amministratore delegato del Monza.
Sul calcio: “Non è più quello di prima. Le partite hanno meno intensità e i valori sono alterati. Il calcio non è solo tecnica, ma anche emotività. Alcuni calciatori, senza i tifosi, si spengono e rendono la metà mentre altri, che si fanno intimorire dai fischi, ora giocano meglio. E poi è saltato il fattore campo, il che ha conseguenze importanti nelle coppe. Il calcio non fallirà, ma molte squadre potrebbero fallire perché il sistema ha avuto una contrazione dei ricavi di quasi il 25%, e non è finita. Mancano del tutto gli introiti dei biglietti, si riducono le entrate che arrivano dagli sponsor e dalla vendita di magliette e prodotti legati alla squadra e poi rischiano di venir meno molti soldi delle tv. È la quinta industria del Paese, il governo dovrebbe trattarlo come le altre aziende colpite dalla pandemia. Almeno una dilazione delle imposte e crediti fiscali a chi sponsorizzano società sportive mi sembrano il minimo sindacale“.
Sul fatidico taglio degli stipendi: “Il taglio non può essere imposto dalla Lega o dalla Federazione, perché si parla di rapporti di lavoro tra privati e nessuno ha diritto di intervenire. Sta alla società e al singolo calciatore. Certo, qualche sacrifico economico non guasterebbe…“.
I chiarimenti sulla proprietà del Milan: “Ho visto il servizio di Report, su Rai3, che insinuava dubbi sulla proprietà. L’ennesimo tentativo di colpire Silvio, anche a costo di infangare il Milan. Come quando insinuarono che la vendita ai cinesi fosse un’operazione per ripulire i quattrini di Berlusconi, facendoli rientrare dall’estero. Il Milan appartiene per il 96% al fondo americano di gestione di investimenti Elliott e per il rimanente 4% a Blue Sky, la società creata dai due finanzieri napoletani che lavorano nella City londinese, Salvatore Cerchione e Luca D’Avanzo: l’hanno acquistato dal cinese Yonghong Li, un’operazione ultra trasparente, controllata e verificata più volte“.
Sui tre grandi Milan: “Gli immortali di Sacchi, gli invincibili di Capello e i meravigliosi di Ancelotti“.
Su Ibrahimovic: “È un giocatore immenso. È rimasto incastrato nel dualismo Ronaldo-Messi. Era difficile entrare in questa logica. E poi bisogna vincere la Champions“.
Sul giocatore italiano preferito: “A parte Gigio Donnarumma, che è stratosferico, dico Locatelli, che era nostro e ora è a Sassuolo. Per me è uno dei più forti centrocampisti in Europa; molto completo, imposta e ruba palla“.