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Rinforzare il Milan a gennaio per migliorarlo? La banalità si dissolve in un dilemma

Un progetto di giovani per il futuro, ma del futuro non si vuole parlare. Sembra un paradosso, ma non lo è. Il Milan del futuro pensa al presente e non vuole perdersi in calcoli su quello che sarà. Quello è più il lavoro di chi vuole parlare di sport, di giornalisti o opinionisti. Nella testa dei rossoneri si va avanti partita dopo partita, cercando di non guardarsi indietro, le grandi altezze possono provocare vertigini.

La direttiva da seguire, anche per chi deve raccontare le vicissitudini rossonere, è: piedi per terra. Fantasticare sì, ma cercando di rimanere il più possibile connessi con la realtà. Una realtà che ora vede il Milan primo in classifica con 23 punti, +5 sulle immediate inseguitrici. Nel gruppo si è instaurato un rapporto, un’affinità tale da portare i giocatori a non osservare nemmeno il giorno di riposo. Al lavoro, sempre, con dedizione, passione, voglia. Nel frattempo, a gennaio manca solamente un mese. Il primo mese dell’anno, tra le altre cose, significa mercato. Ed ecco che nasce un dilemma: rinforzi sì o rinforzi no? Banalmente la risposta sarebbe positiva, ma la questione è meno scontata del previsto.

Rinforzare un reparto equilibrato? Perché no

“Un difensore centrale farebbe comodo, giocando tre competizioni. Ma poi basta. Non c’è bisogno di un vice-Ibra, perché i rossoneri hanno un loro equilibrio che è meglio toccare il meno possibile”, questo Fabio Capello sul Corriere della Sera di stamani. La discussione sulla necessità di un vice-Ibrahimovic si è riaperta ora che lo svedese è infortunato. I nomi fatti sono svariati, ma ci sono due motivi sostanziali per cui un’acquisizione sia probabilmente poco utile alla causa.

Il primo è un motivo prettamente economico. Il Milan ha cercato di abbassare il monte ingaggi della squadra a cifre ragionevoli, con poche eccezioni (Ibrahimovic e Donnarumma). Investire su un giocatore esperto alla Mandzukic o alla Giroud, giusto per usare due nomi che sono stati fatti, porterebbe ad un esborso economico non da poco, seppur magari per un periodo di tempo limitato (6 mesi). Al contempo, se si volesse investire su un giovane in rampa di lancio, è stato fatto il nome di Donyell Malen del PSV Eindhoven, comporterebbe un’investimento di qualche decina di milioni. Questi soldi dovrebbero invece essere utilizzati per un reparto più carente e che necessita più attenzione (difensore centrale).

Il secondo motivo è proprio quello di cui ha parlato Capello nell’intervista. L’equilibrio che si è creato all’interno del gruppo rossonero è tale che, meno si tocca, più ne giova la squadra. Ogni giocatore, all’interno del reparto offensivo, ha il proprio doppione. Saelemaekers ha Castillejo, Calhanoglu ha Brahim Diaz, Rebic ha Hauge (e Rafael Leao), Ibrahimovic ha Rafael Leao, Colombo, Rebic. Fin qui questa composizione ha pagato, perché rischiare di incrinare gli equilibri stabili che si sono creati? Insomma, è talmente sottile il filo che divide il miglioramento dal peggioramento, che forse mantenere la conformazione odierna potrebbe essere la soluzione migliore. Basta poco per complicarsi la vita.

Rinforzare un reparto povero di soluzioni? Perché sì

Di altro stampo è il ragionamento che porta Capello ad affermare la necessità di un difensore centrale. L’ex allenatore rossonero sottolinea come le tre competizioni possano influire sulla scelta di acquistare un nuovo giocatore in quel reparto. Osservazione corretta, ma allora si potrebbe controbattere osservando che anche per gli attaccanti valga lo stesso discorso. Non è proprio così, soprattutto per quel che riguarda la conformazione dei reparti, già trattata per quel che riguarda quello avanzato.

La difesa ha due padroni, Kjaer e Romagnoli, ma alle loro spalle regna l’incertezza. Forse è un commento un po’ ingeneroso nei confronti di Matteo Gabbia, che nelle ultime uscite si è dimostrato pronto e molto concentrato. La prova contro il Lille è la testimonianza di quello che si sta dicendo. Ciononostante Gabbia ancora non dà abbastanza garanzie, o perlomeno potrà iniziare a darle nel corso della stagione se continuerà di questo passo. Il numero 46 rossonero è però solo, perché né Leo Duarte né Mateo Musacchio sembrano essere giocatori da Milan. Entrambi vengono da infortuni e, per quanto riguarda l’argentino, il contratto scadrà il prossimo giugno. Ad oggi la dirigenza pare decisa a non discutere del rinnovo ed il difensore dovrebbe lasciare a fine anno il club di Via Aldo Rossi. Per quel che riguarda il brasiliano, nonostante alcuni timidi complimenti di Pioli in passato, la strada più probabile è quella che porta ad una sua dipartita. Si è parlato di club di Serie B, ma non è da escludere un ritorno in patria.

La soluzione per la difesa porta un nome: Nikola Milenkovic

Ecco che allora si apre una voragine da colmare. Qui va investito il budget a disposizione, perché qui c’è un esigenza impellente. I nomi fatti sono quelli di Kabak, Simakan, Lovato e Milenkovic. L’identikit perfetta porta il nome del serbo, già con molta esperienza e conoscenza del nostro campionato e di Pioli. Non ci sarebbe bisogno di alcun periodo di adattamento e potrebbe entrare immediatamente nelle rotazioni. La difesa sarebbe così composta da Kjaer, Romagnoli, Milenkovic e Gabbia: non male per una squadra che dovrebbe puntare al quarto posto. Dal punto di vista economico è forse la trattativa più costosa, ma va notato che il serbo si trova in scadenza nel 2022 con la Fiorentina. Le pretese viola potrebbero restare alte, ma la paura di perderlo a zero o ad un valore inferiore potrebbe giocare un ruolo importante.

Vista la gestione oculata del mercato da parte della dirigenza rossonera, difficilmente verranno fatti passi falsi. Potrebbero emergere nuovi nomi o potrebbero esserci dei nomi a sorpresa. Si sa, le vie del mercato sono infinite. Inciderà molto, probabilmente, anche la posizione in classifica e la qualificazione o meno ai 16esimi di finale di Europa League. “Toccare il meno possibile per mantenere l’equilibrio instaurato“, una massima di Don Fabio da prendere in considerazione.

Capello
Fabio Capello – MilanPress, robe dell’altro diavolo

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