Un sorteggio molto ostile, ma entusiasmante. Dopo Celtic e Stella Rossa, il prossimo incrocio europeo dei rossoneri richiama ancor di più il grande Milan di Berlusconi, perché tra meno di due settimane la banda Pioli sarà ospite del Manchester United all’Old Trafford. La mente va sicuramente alla finale di Champions League del 2003, giocata nel tempio dei Red Devils, o al 3-0 di quattro anni dopo, sotto al diluvio di San Siro. Ecco, quest’oggi lo spettacolo non sarà paragonabile a quindici anni fa, perché questo incontro meriterebbe una cornice di pubblico degna dei grandi appuntamenti, ma è pur sempre un classico del nostro calcio, una di quelle partite che hanno lasciato segni indelebili nella storia del club di via Aldo Rossi. Ora è un altro Manchester, un altro Milan. Il fascino e l’importanza della partita, però, son sempre gli stessi.
Manchester United, lo stato di forma degli inglesi
Era la squadra da evitare assieme al Tottenham. È la più esperta in competizioni europee, dal punto che quattro anni fa si è aggiudicata il torneo. Ora, anche con un Ibra dall’altra parte, è la favoritissima per la vittoria finale. Lo dicono i numeri, specie quelli della Premier inglese, che li vede secondi solamente all’altra sponda di Manchester. Nei 25 incontri disputati finora, i Red Devils hanno conquistato 14 vittorie, alcune illustri come quella contro Liverpool per 3-2, 7 pareggi, tra cui lo 0-0 con la capolista del City, e 4 sconfitte, su tutte il pesantissimo 6-1 per mano del Tottenham. In complesso, un buon cammino che li vede a tutti gli effetti in corsa per un posto nell’Europa che conta, a dieci lunghezze dagli uomini di Guardiola che stanno al comando. Quel che balza all’occhio è sicuramente il dato gol, che fa dei ragazzi di Solskjaer il migliore attacco della Premier. Quanto alla difesa, è il reparto che più lascia a desiderare con 32 gol subiti (1.28 di media a partita), la nona del torneo. Curioso come i punti in classifica siano gli stessi tra i due club (49), anche se i rossoneri hanno giocato due partite in meno.
Manchester United, il cammino europeo
La buona continuità messa in mostra in campionato, però, non si è ripetuta nella fase a gironi di Champions League. Partiti a bomba con due ottime vittorie sulle favorite del girone, Lipsia e Paris Saint-Germain, gli inglesi si sono pian piano spenti, perdendo sia con l’outsider Basaksehir che il match chiave in casa del Lipsia, che è costato la retrocessione in Europa League. Anche in questo caso, le statistiche assomigliano a quelle del campionato. Molti gol all’attivo (15) ma anche diversi subiti (10) con una sola cleen-sheet ottenuta in casa contro il Lipsia. Contro la squadra di minor livello, il Basaksehir, De Gea non ha mai mantenuto la porta inviolata. Meglio nei sedicesimi di Europa League, in cui ha superato agevolmente il Real Sociedad andando a segno quattro volte e non subendo mai gol. Anche se ieri sera, all’Old Trafford, gli spagnoli hanno fallito una ghiotta occasione dal dischetto.
Manchester United, i singoli
Mettendo da parte il collettivo e analizzando i singoli, ecco che sottolineiamo la vera forza dei Red Devils. Dalla porta all’attacco, la rosa di Solskjaer è piena zeppa di talenti, da giovani promesse come Greenwood a campioni affermati come Pogba e Cavani. Velocità e fisicità sono i due punti di forza degli inglesi, specie da metà campo in su. È chiaro come i problemi principali del loro 4-2-3-1 arriveranno dalla qualità offensiva, specie di Marcus Rashford, uno degli uomini copertina di questa stagione con i suoi 9 gol stagionali. L’attacco è una perfetta combinazione di rapidità, parliamo di Martial, Greenwood e Rashford, e di determinazione e cattiveria agonistica, Cavani su tutti. In mezzo al campo ci sarà da battagliare, vista l’imponenza fisica dei mediani Pogba, Fred, Matic e McTominay. Ma soprattutto, un occhio particolare a Bruno Fernandes, il capocannoniere dei suoi con 15 reti. Dal suo arrivo a Manchester, il portoghese si è trasformato in un ottimo realizzatore, sia su azione che da calcio piazzato. Un punto a favore dei ragazzi di Pioli, d’altra parte, può essere la discontinuità difensiva avversaria. I centrali sono molto fisici (Maguire e Lindelof) ma allo stesso tempo disattenti e spesso imprecisi e lo testimonia il fatto che lo United è la nona difesa della Premier League. Così come De Gea, non più quello di qualche tempo fa. Bisognerà invece prestare attenzione ai terzini (Wan Bissaka, Shaw, Telles), molto rapidi nell’accompagnare l’azione offensiva.
Manchester United, la formazione tipo
MANCHESTER UNITED (4-2-3-1): Henderson/De Gea; Wan Bissaka, Lindelof/Bailly, Maguire, Shaw/Telles; Fred/Pogba, McTominay/Matic; Greenwood/James, Bruno Fernandes, Rashford; Martial/Cavani. All. Solskjaer
