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L’ex rossonero Mussi: “Sacchi stravedeva per me e non capivo perché: non ero all’altezza di Tassotti e Maldini”

Roberto Mussi ha rilasciato un’intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport nella quale ha ripercorso i suoi anni al Milan (1987-89) e il suo rapporto con Arrigo Sacchi. L’ex terzino destro rossonero era considerato uno dei pupilli del tecnico di Fusignano: ecco le sue parole.

Stravedeva per me. E non capivo perché, non ero certo all’altezza dei miei compagni, di Tassotti e Maldini. Nel Milan ho giocato poco, 47 partite in due anni. Però c’ero. Ho realizzato il mio sogno, ero tifoso milanista, tutti in casa mia erano rossoneri, da tre generazioni. Ci sono arrivato, ma mi sentivo sempre sotto esame, chiuso. Volevo giocare e allora ho chiesto di essere ceduto. Si era creato questo clima perché Sacchi aveva portato da Parma me, Bianchi e Bortolazzi e qualche frase è stata fraintesa. Tipo: guardate come giocano Mussi e Bianchi. Ma noi eravamo solo delle riserve. Sì, a Parma era un’altra cosa, c’era una simbiosi tattica perfetta. Un gran bel calcio, ma in B. Non potevamo certo pretendere di portare via il posto a giganti come Maldini e Tassotti“.

Mussi conclude: “Ho tre cuori. Milan, Toro e Parma. I primi risultati che cerco sono quelli. Sono cambiati i tempi, sono cambiate le situazioni. Ma vedo che stanno lottando bene. Pioli mi piace, Juric ha carisma, il Parma sta salendo. Cosa faccio oggi? Ho sessant’anni, sono nonno, ho una attività immobiliare e, assieme al mio amico Chicco Evani, mi occupo dei Milan Camp estivi. Cose tranquille, un po’ rallentate. Le grandi corse sono finite“.

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