Mancano esattamente otto giorni all’inizio ufficiale della nuova stagione calcistica del Milan, che giovedì 8 luglio prenderà il via con il raduno di tutti i calciatori potenzialmente schierabili per il prossimo campionato. Il club di Via Aldo Rossi ha già intrapreso un percorso legato al rafforzamento della rosa, soprattutto per sopperire alle assenze dettate dai parametri zero, riuscendo ad assicurarsi l’estremo difensore Mike Maignan e portando a termine il riscatto di Fikayo Tomori dal Chelsea.
LE PECCHE DEL REPARTO OFFENSIVO: AMBEDUE LE FASCE DA RINFORZARE
Quando lo scorso campionato – che ha visto il Milan arrivare incredibilmente al secondo posto – doveva ancora volgere al termine, erano già presenti i primissimi pensieri su come operare per rendere questa rosa maggiormente competitiva. Tra i ruoli più gettonati per proporre un vero e proprio upgrade, è sempre emerso il ruolo dell’esterno destro offensivo, occupato da Saelemaekers (titolare per la stragrande maggioranza delle partite disputate) e Castillejo, che non ha mai convinto fino infondo.
È palese che – seppur l’esterno belga abbia comunque offerto buonissime prestazioni lungo tutta la stagione – il Club rossonero ha bisogno di un vero esterno destro che possa regalare non soltanto quantità dal punto di vista offensivo e difensivo, ma anche qualche gol in più. Fin qui – probabilmente – tutti d’accordo, ma la vera ed opportuna riflessione da poter fare è: se la fascia destra è quella che ha più bisogno di aria nuova, fresca e pulita, la fascia sinistra, al contrario, gode di un panorama migliore?
Ante Rebic e Rafael Leao sono verosimilmente i due calciatori che occupano maggiormente la fetta di campo più avanzato sul lato sinistro. Le prestazioni altalenanti da parte di Rebic nel Milan e poco concrete con la Croazia in questo europeo, unite alla grossa discontinuità che caratterizza il talento troppo fragile di Leao, pongono ulteriori interrogativi anche sul lato opposto a quello occupato da Saele e Samu.
Il Milan è tornato in Champions League dopo sette anni, un’eternità per un mondo non abituato a stare così lontano dal palcoscenico più luminoso: è necessario, allora, che la società faccia qualche riflessione in più, per non perdere questo meraviglioso ma turbolento treno verso il ritorno tra le più grandi d’Europa.