Il Milan ha iniziato la stagione 2023/24 all’insegna del rinnovamento (in termini di giocatori): via Saelemaekers, Tonali, Messias, Brahim Diaz, Rebic, Origi, Tatarusanu, Gabbia; ma al loro posto dentro Pulisic, Loftus-Cheek, Reijnders, Okafor, Jovic, Musah, Pellegrino, Sportiello e Chukwueze. Un restyling vero e proprio quello rossonero.
Ma fin qui la stagione, che ormai ha quasi raggiunto il giro di boa, ha visto diversi infortuni, troppi, e per questo motivo è stato difficile vedere la squadra al pieno delle forze. L’allarme rosso adesso è soprattutto riguardante la difesa, visto e considerato che gli attaccanti infortunati stanno lentamente recuperando. L’unico difensore centrale non colpito da tutti questi infortuni è Fikayo Tomori, che per altro sta giocando ad altissimi livelli da inizio stagione.
Perciò la difesa titolare al momento è improvvisata: ok l’inglese, ma al suo fianco si è adattato alla posizione di centrale Theo Hernandez, che di sua spontanea volontà si è messo così al servizio della squadra. I vari Thiaw, Pellegrino e Caldara staranno fuori ancora per un pò, ma ci sono buone notizie in arrivo su Kjaer. A gennaio è comunque necessario intervenire immediatamente.
DIFESA E CENTROCAMPO NON CONNESSI
C’è però un problema ancor più rilevante: anche con la difesa al completo il Milan mostra delle lacune impressionanti, basti pensare che sono ben 26 i gol subiti tra Champions League (8) e Serie A (18) in 21 partite, con più di 1 gol di media subito a partita. Quello che sembrerebbe mancare è compattezza, soprattutto con il centrocampo che, spesso e volentieri, sembra slegato. Un centrocampo che – bisogna dirlo – è completamente nuovo: Loftus-Cheek, Reijnders e Musah, con Bennacer che sta recuperando la condizione.
Pioli le ha tentate tutte per renderlo più compatto, ma la mancanza di un mediano puro non gli rende la vita facile. Le prestazioni dell’inglese, sono costantemente sulle montagne russe, dopo la partita contro il Psg (dov’è stato dominante) è completamente scomparso dai radar; Reijnders si batte sempre fino all’ultimo e non molla mai, ma non ha mai veramente riposato fin qui e avrebbe bisogno di tirare un pò il fiato; Musah cambia spesso le sue posizioni: è stato improvvisato terzino, e ha giocato anche trequartista e ala destra, ma il mediano non è certamente la sua posizione. E infine ci sono Adli, Krunic e Pobega, che sembrano essere li solo per far numero.
IL PROBLEMA DEL MODULO
Considerata questa disconnessione, evidente anche a Pioli, tra difesa e controcampo, l’allenatore rossonero fa tanta fatica a trovare un modulo adatto, e da li arrivano anche i problemi di continuità: non essendoci continuità di gioco, è molto più difficile trovarla di risultati. Si è passato spesso dal 4-3-3 al 4-2-3-1, ma anche alla difesa a tre, che l’anno scorso ha permesso al Milan di contrastare pesanti imbarcate, eppure nulla: sembra che Pioli non riesca a trovare la sua stabilità con questi giocatori a disposizione, e questo può compromettere il raggiungimento di importanti obbiettivi, di cui uno è già stato fallito.
Certo è che attendere il rientro di Bennacer al 100% (e qui parliamo di febbraio/marzo, vista l’imminente Coppa d’Africa, a cui l’Algeria di Ismael parteciperà) è l’unica soluzione visibile a occhio nudo, anche perché da quanto sembra, il Milan non interverrà sul mercato dei centrocampisti. L’algerino potrebbe ridare stabilità e ricollegare i due reparti disconnessi tra loro, e questo di conseguenza aiuterebbe anche l’ambiente a ritrovare fiducia, perduta da tempo e mai ritrovata.