Roberto Donadoni fu uno dei primi colpi del Milan di Berlusconi che aveva voglia di tornare sul tetto del mondo. Oggi l’ex tecnico, tra le altre, di Parma e Bologna è tornato a parlare del club rossonero ai microfoni della Gazzetta dello Sport, dopo dei giorni di mercato difficili da mandare giù per i tifosi.
“Stare al palo e vedere giocatori del calibro di Vlahovic finire altrove può dare fastidio, però il tifoso rossonero deve prendere atto che il club va pe\r la sua strada. Una strada che ti ha riportato in Champions dopo anni e ti vede oggi al secondo posto“.
Sulla Juventus rinforzata: “Di sicuro aumenta la competitività. Ma non dimentichiamo che è la Juve a dover inseguire chi sta davanti e non viceversa“.
Sul difensore centrale dopo l’infortunio di Kjaer: “Un duro colpo, ma il mercato non è finito e per me qualche spiraglio per un’occasione last minute c’è. Sono sicuro che la società ci stia ancora lavorando. Il Milan sinora ha sopperito bene con Romagnoli, Gabbia e Kalulu. Se poi pretendiamo come lo scorso anno un acquisto alla Tomori, che per me è l’unico centrale di livello superiore in rosa, allora le cose sono più complicate: chi ha un giocatore del genere difficilmente lo vende a gennaio. È già capitato una volta…“.
Sulla possibilità di perdere a zero sia Romagnoli che Kessie, dopo la doppietta dello scorso anno: “La società si è comportata in modo coerente, ma per un accordo bisogna essere in due. Chiaro che non monetizzare con una cessione quattro profili del genere sarebbe un vero peccato a livello di cassa. Mentre sul piano tecnico, non si può negare che il Milan abbia, per esempio, sostituito Gigio alla grande con Maignan e sia nella stessa posizione di classifica dello scorso anno“.
Sul calo: “Le tante assenze hanno pesato e qualche passo falso è stato fatto, ma alla fine Milan e Napoli hanno tenuto lo stesso ritmo. È stata piuttosto l’Inter ad accelerare negli ultimi due mesi e non è una sorpresa, essendo la squadra più attrezzata per vincere il campionato“.
Sul dopo Ibra: “Credo che il Milan ci stia ragionando. Ibra quando sta bene fa ancora la differenza, ma ha quasi 41 anni e per quanto sia un highlander, la carta d’identità non fa sconti a nessuno. Gli infortuni sono la naturale conseguenza“.
Se qualche giocatore del Milan attuale avrebbe giocato nel suo: “Difficile dirlo e mi permetta, nemmeno giusto domandarselo. Il Milan è una squadra molto giovane, formata da elementi di qualità che sono in crescita, ma che necessitano ancora di tempo per arrivare al loro top. Come Tonali, Bennacer e Leao“.
Sull’importanza del derby dopo la sosta: “Tanto e non solo per la classifica. Vincere con la squadra più forte del campionato aumenterebbe l’autostima. Viceversa, perdere costringerebbe i rossoneri a guardarsi alle spalle con un po’ di ansia“.
Sulla qualificazione Champions: “Penso che sarà una lotta serrata con Napoli, Atalanta e Juve sino alle ultime giornate. Ma sì, sono ottimista: il Milan tornerà di nuovo in Champions“.