Quando non arrivano risultati, il processo di analisi deve esser accurato e ponderato. Il caso delle società sportive non è dissimile da altri, e anche in questi casi si valuta ad ogni livello cosa abbia funzionato e cosa meno.
Il Milan 2023/2024 nasce in estate con un rinnovamento dirigenziale incompleto, con un organigramma colmato nominalmente ma meno per competenze. Questo ha generato un Milanello spesso senza interlocutori per il gruppo squadra, se non Pioli.
Una solitudine che pesa ora come un macigno ma che nei fatti ha pressato per mesi ed è gravata sulle spalle non più larghe del mister. È un vuoto che si nota a volte a livello pratico, altre volte arriva attraverso rumorosissimi silenzi, come ieri all’Olimpico nel post gara.
Le figure dirigenziali sugli spalti c’erano, ma parole dopo un’eliminazione così deludente, non sono arrivate. Nessuna dichiarazione, nessuna intervista. Una situazione paradossale se si pensa che a livello mediatico si era lasciato intendere che fosse la partita più importante della stagione.
Ma lo era davvero? E l’Europa League è stato davvero un obiettivo stagionale? Perché l’atteggiamento dei giocatori nel ritorno col Rennes, nella doppia sfida con lo Slavia Praga e ancora di più con la Roma, non è affatto parso serio e concentrato.
Forse le poche parole vuote degli intenti hanno fatto ancora più male all’ambiente. La responsabilità c’era ma nessuna se l’è presa. Per quanto visto on e off the pitch, gli oneri non se li sono presi i calciatori, nemmeno l’allenatore, nemmeno i dirigenti e neanche il proprietario che pur essendo in Italia, non ha trovato tempo e modo per seguire allo stadio la partita. Ora pertanto domandiamo ancora: era davvero la gara dell’anno?