La redazione di MilanPress.it ha contattato l’ex giocatore rossonero Fulvio Collovati per farsi raccontare dei suoi dolci trascorsi da calciatore, in attesa del derby della Madonnina di domenica sera.
Buonasera Fulvio, qual è il tuo più bel ricordo legato al mondo del Diavolo?
“Son cresciuto nel Milan, tra giovanili e prima squadra ho trascorso 12 anni: 5 anni nel settore giovanile e 7 in prima squadra. Il più bel momento è stato l’esordio e forse il giro di campo quando abbiamo vinto la stella”.
Con quale giocatore rossonero hai instaurato un rapporto idilliaco?
“Io ero in stanza con Franco Baresi, l’ho visto crescere ed affermarsi come grande giocatore; ho vissuto la sua grande crescita, poi sono andato in un’altra squadra”.
Nel 1982, dopo esser diventato campione del mondo con la Nazionale italiana, sei passato dal Milan all’Inter. Che periodo era della tua carriera?
“Un momento particolare, sono passato dall’amarezza per la retrocessione del Milan, una delle delusioni più grandi da calciatore, alla gioia di diventare campione del Mondo. Non mi sono posto il problema del passaggio tra i due club; oggi i giocatori decidono il proprio destino, a quel tempo furono le società a decidere”.
Cosa sta succedendo al Milan di Stefano Pioli, irriconoscibile nelle ultime uscite?
“Il momento negativo lo riportano i risultati. L’anno scorso il Milan ha vinto perché aveva una squadra che lottava su ogni pallone, la formazione era compatta, soda e la difesa non prendeva gol perché era concentratissima, ora non c’è appagamento. Qualcuno che è tornato dal Mondiale è stanco sia fisicamente che mentalmente ed i difensori si sono rilassati. I rossoneri dovevano rafforzarsi essendo campioni d’Italia, ma qualcosa è stato sbagliato”.
È appena terminata la sessione invernale di calciomercato, rivelatasi molto povera per la Serie A: qual è il problema?
“Le squadre italiane sono diventate comprimarie rispetto agli altri campionati, come quello inglese o francese. I giocatori da noi o arrivano a fine carriera o sono giovani che vogliono emergere come Kvaratskhelia che lo paghi 10 e vale 100. Il nostro campionato non ha appeal, soprattutto dal punto di vista economico”.
Domenica sera ci sarà la sfida tra i due club milanesi. Che derby ti aspetti?
“Il derby è sempre una partita un po’ particolare, impronosticabile. È chiaro che l’Inter sta meglio, i neroazzurri vengono da alcuni risultati positivi e stanno bene sia fisicamente che mentalmente”.
Un altro calciatore che ha vestito entrambe le casacche è Zlatan Ibrahimovic. Come lo definiresti?
“Fino ad ora l’ho visto poco, è un giocatore di grande carisma e personalità, ma preferirei vederlo in campo piuttosto che fuori. Quando mi dicono che è un uomo spogliatoio ed un trascinatore sono d’accordo, perché il calcio è giocato anche sul piano mentale, ma vorrei vederlo in campo e francamente ho qualche perplessità sul suo ritorno sul rettangolo di gioco”.
Pioli, nello scorso campionato, ha portato il diciannovesimo scudetto ai rossoneri, ma ultimamente è aspramente criticato dai tifosi. Quante reali colpe ha il tecnico parmense?
“L’allenatore l’anno scorso ha fatto un miracolo, il Milan ha fatto una cosa grandiosa. Se ci sono delle colpe non sono tutte del tecnico e bisogna suddividerle con la società, perché se vinci lo Scudetto devi rafforzarti e non indebolirti. Alcuni giocatori sono arrivati dal Mondiale un po’ scarichi”.
Troppi gol subiti: c’è qualcuno più colpevole o è la fase difensiva in generale a non funzionare?
“Tomori e Kalulu non hanno la stessa attenzione ed umiltà dell’anno scorso. Quando un difensore è a conoscenza dei propri limiti ci mette qualcosa in più. I due centrali l’anno scorsa hanno fatto una stagione impeccabile ed ora non devono adagiarsi. Se il Milan ha preso 12 gol in 3 partite non è solo colpa della difesa, come non lo è solo di Tatarusanu; è un fatto di condizione, perché se davanti alla difesa non c’è nessuno che fa filtro, i difensori non solo devono marcare gli attaccanti ma occuparsi anche dei centrocampisti e degli esterni. Theo Hernandez, ad esempio, lo vedo disattento in fase difensiva”.
Cosa ti aspetti da ora fino alla fine della stagione da Charles De Ketelaere?
“È giunto il momento di dimostrare che il Milan ha speso bene quei soldi, fino ad ora è un oggetto misterioso, ma c’è tutto un girone di ritorno per riscattarsi. Io mi ricordo di Zidane che all’inizio fece fatica, ovviamente senza paragonarlo al belga, quindi bisogna dimostrare che non siano stati soldi spesi male”.