La storia del Milan cambia volto, si interrompe nel silenzio e cambia pagina. Una volta per tutte. Perché se Silvio Berlusconi nel 2017 ha lasciato il suo Milan, cedendolo a terzi per permettergli di non lasciare quel percorso vincente che lui stesso aveva tracciato, è oggi che si chiude definitivamente un macro capitolo, che ha ispirato e cambiato la storia dello sport, delle idee, del calcio italiano e mondiale, del Milan.
La storia può ripetersi?
Se l’era Milan-Berlusconi si è definitivamente chiusa nel 2017, con la cessione del club all’imprenditore cinese Yonghong Li, la storia recente rossonera è passata di mano (e di proprietà) altre due volte, prima con il fondo Elliott ed oggi con Gerry Cardinale.
Cosa potrebbe ispirare Cardinale della storia vincente del compianto Presidente? Il Milan ha voglia di tornare grande, e in un certo senso può provare ad ispirarsi – con le giuste misure e con le dovute attenzioni – a quelle idee berlusconiane che per trentuno anni hanno portato il club rossonero a crescere e fortificarsi, diventando vincente. Il più titolato al mondo.
Cosa può estrapolare il nuovo proprietario del Milan da questa scomparsa e da questi ultimi giorni, affinché possa nascere una nuova figura autoritaria per il club? Diventare uomo di punta per l’allenatore e i calciatori, non soltanto all’interno ma anche fuori del rettangolo di gioco. Essere un sostegno nei momenti delicati, ispirare i calciatori, i collaboratori e i dirigenti, per trovare le motivazioni giuste. E poi umorismo, spogliatoio unito, sorrisi, vittorie.
Sarebbe incredibile se il pensiero prossimo di Gerry Cardinale portasse alla voglia di tornare grandi e di vincere, con una sola importante condizione: regalare un grande calcio, volto all’attacco. La storia si ripete, sempre. Ecco perché l’eco di questi ultimi giorni di lutto in casa Milan potrebbe trasformarsi in una nuova guida per il neo proprietario rossonero, che ha nelle mani una grande responsabilità, ma anche la possibilità di rimettere le cose al proprio posto.