La doppietta è l’emozione temporanea, la crescita è la sensazione che resta. Davide Bartesaghi è diventato un punto di riferimento del Milan di Massimiliano Allegri e lo ha fatto in punta di piedi, sfruttando lo spazio a sua disposizione e le opportunità che si sono create per assenze o incertezze altrui. Ma il suo viaggio parte da più lontano e passa per delle tappe, degli step, fondamentali per diventare quello che sarà. Oggi è già una realtà per il club rossonero e per i colori azzurri, ma il futuro è tutto da scrivere.
Un milanista vero, un frutto del settore giovanile
Il primo pensiero deve forzatamente andare a tutti i formatori che ne hanno accompagnato il percorso. Va a Filippo Galli, ad Angelo Carbone e Vincenzo Vergine, i tre che dal 2012 ad oggi hanno avuto la responsabilità del settore giovanile. Perché non è mai una banalità quando un giocatore cresciuto nella cantera si affaccia alla prima squadra e ci resta. Lui e Matteo Gabbia sono l’eccezione degli ultimi anni, colori i quali hanno fatto, con strade differenti, lo step definitivo.
Bartesaghi: come smontare i luoghi comuni su Milan Futuro
Non è revisionismo sull’anno di Milan Futuro, non vuole esserlo. La stagione scorsa in termini di risultati e gestione complessiva è stata ai limiti del disastroso, la retrocessione è stata solamente la conseguenza naturale.
Ciò detto, è lo stesso Davide Bartesaghi che ha provato a spiegare, anche a chi non vuole ascoltare o capire, l’importanza di una seconda squadra. L’obiettivo di una seconda squadra. “L’anno con Milan Futuro mi è servito molto. È un progetto basato sulla crescita dei giovani. Per un giovane è un passaggio fondamentale giocare in un campionato difficile come la Serie C, è uno stimolo. La crescita maggiore si ha avendo delle difficoltà, se hai la strada spianata non capisci certe dinamiche. L’anno scorso è stato deludente a livello di risultati, ma per me è stato molto importante“.
Per quanto impercettibile all’occhio del tifoso, forse inaccessibile, il progetto nato un anno e mezzo fa aveva esattamente questo scopo: garantire ai giovani del settore giovanile uno step intermedio dove sbagliare, imparare, ma soprattutto giocare ad un livello più elevato. Il fenomeno della dispersione del talento e dei tanti, tantissimi calciatori formati al Vismara (e non solo) è da sempre uno dei temi centrali. Con Milan Futuro si garantisce una possibilità in più di riuscita del salto.
Allegri, Corradi, la lungimiranza, la possibile evoluzione
E ora? L’idea che Davide Bartesaghi potesse diventare un giocatore importante l’aveva in passato Stefano Pioli che stravedeva per lui e non a caso gli aveva aperto le porte tra i grandi. Il merito di Massimiliano Allegri è quello di aver riposto in lui la massima fiducia, concedendogli il posto da titolare anche a Estupinan recuperato. Un altro “merito” è quello di aver inserito nello staff una figura come Bernardo Corradi che con i giovani italiani ha lavorato da allenatore nelle giovanili azzurre. Il feeling con Bartesaghi è naturale ed è, anche questo, un punto a favore della crescita del numero 33.
Numero 33 che nelle giovanili ha quasi sempre giocato da terzino sinistro della difesa a 4 e, nell’ultimo anno con Milan Futuro, da terzo di sinistra della difesa a 3. Oggi è un quinto di grande spinta offensiva, una posizione che esalta le sue doti tecniche, il suo splendido piede mancino che molti stanno imparando a conoscere. Tanti, compreso il sottoscritto, credono che la sua evoluzione possa riportarlo più arretrato in quello che oggi è il ruolo di Pavlovic. Nel frattempo, il Milan e il calcio italiano si godono la sua fioritura.


