I primi giorni dell’anno hanno cambiato di poco l’atteggiamento di buona parte dei media nei confronti del Milan. “I rossoneri per lo più meritano il primato momentaneo ma…”, tendenzialmente c’è sempre una sospensione o una dubitativa che segue la mera lettura della classifica.
È comprensibile tutto sommato, esser lontani dalle top 4 per tutto questo tempo, si porta dietro anche quest’alone di casualità nel filotto di risultati e può perfino diventare un piccolo vantaggio perché non aggiunge pressione. Meno facile invece è vedere come alcuni assoluti protagonisti di questo Diavolo e del calcio italiano presente e futuro, vengano dati per scontati o addirittura in alcuni casi sminuiti.
È stato il caso di Donnarumma, che proprio nei giorni immediatamente precedenti a Benevento, è stato lasciato fuori da un’ipotetica lista di migliori 10 portieri al mondo da un ex rossonero che preferiamo evitare di menzionare.
Probabilmente oltre 200 presenze tra i professionisti a 21 anni, con crescita tecnica ed emotiva costante, leadership sempre più credibile e spalle abbastanza grandi da poter giocare con la testa libera nonostante si stia discutendo da mesi del suo rinnovo contrattuale in scadenza nel 2021, non sono ancora sufficienti per fare del 99 un giocatore speciale.
Ieri sera al Vigorito ha offerto un’altra prova di livello. Molto impegnato in una partita la cui piega è segnata dal rosso a Tonali, ha mostrato ancora una volta di esser decisivo nel processo di crescita di questa squadra. Presente, attento, vocale e un fattore sicurezza sulle palle alte che in gare di sofferenze svoltano ritmi e destini.
Se nemmeno lui è da considerare top player, allora è chiaro che questo Milan verrà visto sempre come mina vagante senza pretese. E non è detto che sia una male.