Quanto conta avere un allenatore vincente alla guida della propria squadra? La risposta sembra abbastanza semplice e banale: tanto. Eppure, la scorsa stagione, il Milan soprattutto, ci ha dimostrato che di semplice e banale non c’è nulla. La dirigenza, aveva infatti scelto di perseguire una strada complicata, che non ha portato i suoi frutti, anzi, ha peggiorato in maniera vertiginosa la situazione. Fonseca prima, e Conceicao poi, non hanno fatto altro che svalutare una squadra piena di qualità, rendendola fragile e facilmente attaccabile. E no, non si parla solo di ciò che accadeva sul campo (dove comunque il Milan prendeva quasi sempre due gol a partita), ma anche fuori, dove ogni giocatore era soggetto a critiche, discussioni.
Dai primi giorni di luglio, è cambiato tutto, quasi per magia. Colui che con decisione ha permesso questo cambio di rotta, si chiama Massimiliano Allegri. Il tecnico livornese, sta dando lezioni a tutti i tecnici della Serie A, su come si gestisce un gruppo e su come si allena nel nostro campionato. E no, non è un’affermazione esagerata, perché stiamo parlando del primo allenatore con più titoli in Italia, ancora in attività. Dopo Milan-Fiorentina, in cui i rossoneri sono tornati in testa alla classifica, in solitaria, 743 giorni dopo, Max ha immediatamente tolto ogni tipo si pressione, con una eleganza e autorevolezza che solo i numeri uno posso avere.
M-ICE ALLEGRI: UNA CASCATA DI GHIACCIO SU MILANO PER TOGLIERE OGNI PRESSIONE
Quando sei primo in classifica, tutti si accorgono di te. Chi ti ama, chi ti odia, chi ti invidia. Se ne saranno accorti gli appassionati rossoneri, che in un attimo, a causa di un rigore correttamente assegnato su Gimenez (perché la trattenuta c’è ed è evidente), hanno visto la propria squadra nell’occhio del ciclone, circondata da un vortice pieno di parole (e letteralmente, su questo caso si sono espressi tutti). Questo perché, vedere una squadra guidata da Allegri in testa, è una sofferenza per molti, e allora ci si attacca a tutto per mostrare il proprio dissenso.
Già dalle dichiarazioni post gara, però, Max ha mostrato le sue qualità comunicative, raffreddando completamente un ambiente (intorno al Milan), che poteva surriscaldarsi: perché non solo il Diavolo era tornato primo, ma lo aveva fatto in rimonta e grazie ad un calcio di rigore negli ultimi minuti. Dunque, era facile potersi scagliare contro i rossoneri (e così è stato). Ma il mister, magistrale come sempre, ha trovato le parole giuste per fermare tutto.
Per quanto riguarda il primo posto in solitaria, Max ha riferito di essere felice per il momentaneo piazzamento, perché si lavora in maniera più serena, e soprattutto si mantiene il distacco dal quinto posto. Possono sembrare parole di circostanza, ma invece hanno un solo obiettivo: quello di togliere pressione ai propri giocatori (che dovranno pensare a fare i punti per la qualificazione in Champions), e di trasferire questa sensazione alle altre contendenti che stanno sotto.
L’altro spunto, riguarda gli alibi che Allegri non ha mai cercato. Mentre altri allenatori, tra cui Conte (per il quale in Napoli in due anni ha speso 300 milioni di euro in due anni), si lamentano della costruzione della squadra e dell’inserimento dei nuovi giocatori, Max si è accontentato: gli è bastato Rabiot e l’intuizione Modric. Per il resto, ha fatto con ciò che ha avuto. Avrebbe potuto dire molto anche per i numerosi infortuni in nazionale, ma non l’ha fatto. Ai microfoni ha sempre detto che, questa squadra, finché ne può schierare 11, può andare in campo e battagliare fino alla fine per vincere. E nelle difficoltà, almeno fino alla prossima sosta, sarà così. Questo Milan ha animo, passione, voglia e ambizione. Ma con sangue freddo, senza pressioni. Perché ci pensa sempre lui, Max Allegri, a mantenere equilibrato e compatto un ambiente che, adesso, vuole tornare a vincere.
