È la prima stagione di Rafa Leao con uno stipendio importante, in pratica la prima da star conclamata del club. Oltre all’ingaggio, alla maglia numero 10, sono aumentate le responsabilità e di pari passo si son alzate anche le aspettative sulle sue prestazioni.
I numeri visti nell’insieme, nelle tre competizioni, non sono negativi: il tassametro dice 6 gol e 6 assist a metà annata, pertanto non troppo al di fuori dal range del passato. Tuttavia manca la rete in Serie A da fine settembre, e questo aspetto sta rendendo più pesante per lui ogni partita.
Conoscendo la sua personalità, non poter giocare con la sua leggerezza condiziona le sue performance. Il gioco della squadra è cambiato, oggi lo sviluppo è più palla a terra per via anche del doppio play in mediana e si vedono meno ripartenze pure, con lanci lunghi.
All’esterno alto vengono richiesti movimenti diversi rispetto alle precedenti versioni di Milan, un esempio concreto sono le giocate di Pulisic, a volte largo altre più accentrato. Non crediamo Leao debba uniformarsi, ma crediamo che il tecnico chieda di variare con la pur validissima intesa a due con Theo.
I passaggi decisivi che si tramutano in gol Rafael li ha sempre fatti e anche nel 23/24 non stanno mancando. Manca una crescita nella qualità di visione di gioco e un miglioramento nei movimenti senza palla. Nel complesso insomma al momento non è ancora arrivato lo step forward che la società e l’ambiente si aspettano.
Forse ancora non sarà al top perché è stato costretto ai box un mese per un problema muscolare o forse non è sereno proprio perché sa che dovrebbe e potrebbe produrre di più. Di sicuro il Diavolo non può far a meno di Rafa Leao, e questo nonostante ci sia un Okafor che si è spesso dimostrato pronto.
Non è semplice la gestione di giocatori giovani e non è scontata la loro evoluzione, ne a livello mentale ne a livello fisico. Ritrovare il suo sorriso però certamente aumenterebbe l’efficacia dell’attacco rossonero e la stagione potrebbe prendere una piega differente.