Rafael Leao ha rilasciato un’intervista pubblicata da Vice, in occasione del format Personal di Noisey. L’esterno rossonero si è focalizzato su alcuni compagni di squadra e sugli obiettivi della propria carriera calcistica.
Primi passi da calciatore: “Da piccolo mio papà cercava di trovarmi una squadra: ho cominciato a giocare a 7 anni. Dove abitavo io c’era un giardino dove giocavo con dei ragazzi e un nostro vicino di casa che lavorava per una squadra del paese, mi ha detto di andare a giocare insieme a lui: il club si chiama Amora FC. Dopo ho firmato col Benfica, ma non avevo la possibilità di andare fino a Lisbona per allenarmi. Nonostante abbiano detto a me e a mio papà di stare tranquilli perché mi avrebbero aiutato loro con gli spostamenti, non si sono mai presentati. Dopo scuola li aspettavo fuori casa: non è mai arrivato nessuno.
Dopo una settimana, mio padre ha inviato una busta al Benfica per terminare il contratto. Poi sono andato allo Sporting. Persone vicine mi dicevano che sarei potuto andare lontano. A me piaceva il calcio nelle giovanili, ma in testa non avevo idea di cosa avrei potuto fare. Dopo una riunione nella quale lo Sporting mi mise alla porta dicendomi che forse sarebbe stato meglio cercare un altro club, misi la testa a posto e cominciai a lavorare”.
Il parere dei compagni sulla sua musica: “Prima ridevano un po’, mettevano le mie canzoni in spogliatoio per prendermi in giro e io dicevo sempre di toglierle. Il più gasato dal progetto era Daniel Maldini, insieme a Saelemaekers. Chi invece non capisce la mia musica? Ibra”.
Obiettivi nel calcio: “Nel calcio voglio vincere la Champions League. Voglio vincere tanto, voglio essere importante per i club dove gioco e vincere trofei, individuali e collettivi”.