Lazio–Milan verrà certamente ricordata, ma purtroppo non per episodi di campo. O meglio, non per il calcio giocato. L’arbitraggio molto discutibile dell’arbitro Di Bello ha alzato un polverone che, come al solito, ha portato gli utenti dei social network a sentirsi in dovere di insultare gratuitamente il “colpevole“.
A questo proposito, la moglie di Di Bello (Carla) ha deciso di rispondere a questi “insulti e minacce social” tramite una lettera, pubblicata dal suo profilo. Di seguito il contenuto della medesima.
“Non è facile scrivere rimanendo lucida ed educata, non è facile restare equilibrata e serena. Non è per niente facile ma devo esserlo per non farmi travolgere e inghiottire da questa tempesta di odio. Non voglio parlare di arbitraggio, non mi interessa parlare di calcio e calciatori.. non posso però parlare di sport perché sport non è più… nello sport non c’è spazio per odio e violenza. Invece sono due giorni, e chissà quanti altri ne seguiranno, che su un UOMO di stanno riversando le più indicibili cattiverie e ostilità. E’ un accanimento mediatico e sociale senza precedenti. Viviamo in un’epoca storica dove si condannano e si prendono le distanze da violenza e abusi, ma siamo però capaci di odiare, denigrare, offendere, maltrattare e oltraggiare il prossimo. Non sono qui per difendere Marco, in quanto capace di poterlo fare da sé. Sono qui per mettermi accanto a lui, per poterlo alleggerire del carico emotivo subito. Sono qui per ricordare dietro una divisa, fuori dal campo, lontano dalle telecamere, c’è un uomo. Ci sono sacrifici, impegno, dedizione, rinunce, sogni, successi e sconfitte. C’è Marco Di Bello, ci sono la sua forza, la sua dignità e tanto altro ancora che niente e nessuno riuscirà mai a cancellare. ‘Nel mezzo di una difficoltà c’è un’opportunità’ – Albert Einstein. Con Amore, Carla”