C’è chi dedica l’apertura in prima pagina continuando la propria battaglia, contro regolamento e indicazioni, come il Corriere dello Sport e chi cerca di fornire interpretazioni differenti sul “caso Di Bello“, nato in Lazio-Milan, come il Corriere della Sera e la Repubblica. E poi c’è la Gazzetta dello Sport che si limita a riportare la versione dell’AIA (gestione generale della gara disastrosa, ma alcune decisioni come il rigore non dato alla Lazio giuste) sul tema, aggiungendo novità sul “richiamo alle armi” di Claudio Lotito.
L’arbitro internazionale Marco Di Bello sarà fermato almeno per un mese e ripartirà poi dalla Serie B. Non è il primo stop in questa stagione (un altro dopo Juventus-Bologna) per il direttore di gara della sezione di Brindisi. È finito sul banco degli imputati per una gara gestita male dall’inizio alla fine, ma non per episodi come il presunto rigore su Castellanos al 12′: nonostante la narrazione del quotidiano sportivo romano, non si tratta di un intervento punibile e quindi la scelta in quel caso è stata corretta. Come lo è stata nel caso della seconda ammonizione a Pellegrini. Il cartellino è inevitabile, l’errore è precedente ed è di tutto il team arbitrale che non ha fermato il gioco per il colpo al volto subito da Castellanos. Da quel momento è diventato tutto più difficile: eccessiva l’espulsione per Guendouzi, troppo morbido il trattamento con il cartellino giallo per Hysaj nella gomitata su Giroud.
Nel frattempo la Lazio e Claudio Lotito stanno valutando come muoversi e tra le ipotesi, secondo la Rosea, ci sarebbe anche quella di una denuncia contro ignoti. Per la Repubblica l’attacco televisivo del presidente biancoceleste è stato di tipo politico, nei confronti della FIGC e di Gabriele Gravina.