HomeNewsLa maledizione del Nove. Ora tocca a Mario sconfiggerla

La maledizione del Nove. Ora tocca a Mario sconfiggerla

Pato, Matri, Torres, Destro, Luiz Adriano, Lapadula, Andrè Silva, Higuain, Piatek. La maledizione del nove aleggia in casa Milan dal 13 Maggio 2012, giorno dell’addio al Milan e al calcio giocato di Superpippo Inzaghi, ultimo calciatore rossonero che ha onorato al meglio quel numero di maglia ambito e prestigioso. Da quel giorno in poi tutti gli eredi di quella maglia, elencati nell’incipit di questo pezzo, hanno miseramente fallito e fatto decisamente male in maglia rossonera. Otto stagioni in cui la mitica numero nove del Diavolo cambiava padrone di volta in volta e nessuno è riuscito a togliere di dosso quella maledizione che, forse con il passare del tempo, ha cominciato a gravare di responsabilità gente non all’altezza di cotanta aspettativa o decisamente nella fase calante della propria carriera. Ed è così, quindi, che da Marco Van Basten a Pippo Inzaghi, passando per George Weah, la grande tradizione di campioni che hanno indossato la nove rossonera si è interrotta bruscamente e da troppo tempo attende un degno proprietario. Nella giornata di oggi è arrivata l’ufficialità dell’arrivo di Mario Mandzukic che ha deciso, in linea con il suo carisma e le sue stigmate da vincente, di accettare la sfida e, scegliendo proprio quel numero di maglia, provare a sfatare il tabù per cercare di rompere finalmente la maledizione del nove.

La maledizione del Nove. Tutti gli ultimi fallimenti

Gonzalo Higuain - Milanpress, robe dell'altro diavolo
Arbitro Gianpaolo Calvarese – Milanpress, robe dell’altro diavolo

Mario Mandzukic, quindi, non crede nella cabala e non ha avuto paura di sfidare la maledizione del Nove. Eppure dalla stagione 2012/2013 in poi, in meno di otto stagioni, sono ben nove (manco a farlo apposta) gli attaccanti che hanno vestito quella maglia e ne sono rimasti in qualche maniera vittime, terminando ben presto la propria esperienza in rossonero. Alle origini toccò ad Alexandre Pato, il brasiliano di cristallo, uno dei più grandi rimpianti della storia rossonera. Tanto fulminante, promettente e sfavillante ai suoi esordi con il Diavolo con la maglia numero sette, quanto sfortunato e in caduta libera nelle ultime stagioni. Dopo l’addio di Inzaghi, nell’estate del 2012 decise di ereditarne la nove. Risultato? Ancora tanti infortuni e appena 2 gol in 7 partite, prima di tornare in Brasile, al Corinthians a gennaio, dopo appena mezza stagione con quella maglia addosso. Mezza stagione appena anche per Alessandro Matri che fece addirittura peggio dal settembre al dicembre del 2013 con 18 partite e appena una rete messa a segno. Altro giro, altra corsa. Dal settembre successivo toccò a Fernando Torres, grande campione ormai in fase calante da tempo, che nei quattro mesi al Milan collezionò appena 10 presenze e mise a segno la miseria di una rete. A gennaio, della stessa stagione (2014-2015), arrivò Mattia Destro e, con 3 reti in 15 partite, ci mise appena mezza stagione a farsi bruciare anche lui dalla maledizione del nove. Andò leggermente meglio nelle due stagioni successive al brasiliano Luis Adriano e a Gianluca Lapadula, entrambi con 29 partite da nove rossoneri con rispettivamente 6 e 8 gol realizzati. André Silva, uno degli investimenti più onerosi della storia del Milan, è quello che ha fatto meglio in termini realizzativi e, nella stagione 2017/2018 mise a segno 10 reti in 40 partite. Infine, forse i due più grandi rimpianti: Gonzalo HiguainKrzysztof Piatek. Il primo, sicuramente il più forte tra quelli che si sono succeduti, arrivò nell’estate del 2018 tra clamore e altissime aspettative dalla Juventus, cominciò bene, ma chiuse malissimo e scappò da Milano con appena 8 gol in 22 gare disputate. Il secondo prese il posto proprio di Higuain in maglia rossonera, fece benissimo da gennaio a maggio 2019 con la numero 19, ma in estate scelse la nove e con appena 5 reti in 20 partite è stato, per ora, l’ultima vittima della maledizione del nove.

La maledizione del nove. A Mario per sfatarla non si chiederanno i gol

Mario Mandzukic, quindi, sarà chiamato a compiere l’impresa, a sfatare questo tabù che ormai dura davvero da troppo tempo. Molti tifosi rossoneri, almeno i più superstiziosi, siamo certi che abbiano storto un po’ il naso quando hanno saputo della scelta di Mario, ma la sua 17, quella con cui ha fatto benissimo nella Juventus e nella Nazionale croata, era già occupata da Leao e quindi la scelta è ricaduta sulla nove. Oltre al carisma, il carattere, la personalità e la leadership, però, Mandzukic parte con un vantaggio rispetto ai suoi predecessori che hanno fallito con la nove sulle spalle. Mentre gli atri nove partivano con la responsabilità e l’onere di essere i bomber del Milan, infatti, e quasi sempre il peso dell’intero attacco rossonero e dei gol gravava sulle loro spalle, per Mario la situazione sarà leggermente diversa. La presenza di Zlatan Ibrahimovic, infatti, toglie peso e responsabilità realizzative sulle spalle del croato che, tra le altre cose, non ha mai avuto i gol come sua peculiarità principale. Nella sua stagione più prolifica in Italia con la maglia della Juventus, infatti, Mario ha realizzato 13 reti. Non un bomber, quindi, e anche la società lo sa poiché lo ha preso soprattutto per la sua mentalità, il suo carisma e la sua esperienza da vincente. A Mandzukic, quindi, basterà lottare e portare in dote i suoi pregi calcistici per sfatare finalmente la maledizione del nove.

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