Filippo Inzaghi, allenatore della sorprendente Reggina ed ex leggenda rossonera, è stato intervistato al Corriere della Sera: tanti temi toccati, con i colori sempre impressi nella mente di SuperPippo. Ecco le sue parole:
Sulla corsa scudetto dopo il Mondiale: “Vedremo chi avrà indovinato la preparazione. Di sicuro influirà. Tutti sono andati a tentativi, inevitabilmente. Come nel lockdown: qualcuno ne è uscito più forte, qualcuno più debole. Il Napoli resta favorito. Fino alla fine del campionato meritava il primato anche per il gioco. In estate ha fatto un mercato intelligente, ha inserito giocatori molto forti come Kvaratskhelia che sta facendo la differenza. E poi c’è Spalletti“.
Sulla rimonta del Milan: “Il Milan ha un grande allenatore come Pioli e dirigenti all’altezza come Maldini e Massara, sanno bene cosa fare. Chiaro che il Napoli ha viaggiato a velocità doppia, ma sono convinto che i rossoneri abbiano tutto per provare a recuperare per lo scudetto e per andare avanti in Champions, per vivere quelle notti che i tifosi conoscono bene”.
Su De Ketelaere: “È forte, ma è giovane e va aspettato, come si è fatto per Leao. Potrà diventare protagonista, ha qualità. Bisogna togliergli pressione“.
Su Leao: “Fossi in lui resterei. Per me il Milan è sempre stato il massimo. Vestire quella maglia, giocare a San Siro. Qualche anno fa magari si poteva pensare ad ambire a qualcosa di più prestigioso, perché il Milan stava tornando grande, ora invece ha vinto lo scudetto, fa strada in Champions. Leao è forte ma può essere ancora più forte. Mi auguro che si convinca. Qui può essere protagonista, al centro del progetto. Il rischio è che al City o al Real finisca poi per essere uno dei tanti. Se potessi dargli un consiglio, gli direi di diventare una bandiera del Milan, una cosa unica“.
Sul destino dei campioni del mondo 2006, molti diventati allenatori: “C’entra l’amore per il calcio. Pensavo già allora che quella generazione del Mondiale e del Milan di Atene potesse restare nel calcio, perché quei trionfi si erano costruiti col gruppo, col rispetto delle regole, grazie alla voglia di allenarsi sempre al massimo. Tutti noi avevamo dentro questo. Ed è bello trasferirlo, insegnarlo“.