Mediaticamente ormai da almeno cinque stagioni siamo la squadra più attaccabile, a livello nazionale e a tratti anche continentale – vedi UEFA e tematiche di FPF. E’ capitato nell’ultima parte della gestione Berlusconi, poi in modo più esplicito durante la parentesi Li ma anche nelle ultime due stagioni, dove nonostante la stabilità finanziaria non sia più in discussione, abbiamo prestato il fianco sul lato dirigenziale, tecnico e anche sportivo.
Questi mesi sono di sicuro caratterizzati dalle questione riguardanti i rinnovi. Donnarumma è già della Juve da anni, in pratica ha già fatto più volte il trasferimento Milanello Continassa e ritorno in diverse circostanze. Per la stampa è un affare fatto da tempo e comunque viene sempre venduta come grande novità. La pantomima dell’incontro coi tifosi ha già avuto quattro chiavi di lettura diverse a seconda del quotidiano e dal giornalista che ne ha approfondito il tema. “Gigio non sa ancora che fare”, Gigio vuole restare”, “Gigio è scosso e piange”, “Il calcio è dei tifosi ma non quelli brutti e cattivi” e così via.
Stamattina ci siamo svegliati e anche Romagnoli, scadenza 2022, è lui anche in pratica formalmente ad un passo dalla Juventus. Per la Gazzetta è il rischio è molto alto e le possibilità sono concrete. Ci si è dimenticati per un attimo anche di Calhanoglu, ma anch’egli in più circostanze è stato accostato ai bianconeri. L’ipotesi che ci sarà questo esodo di massa verso Torino dunque coinvolge non solo Donnarumma o comunque non solo assistiti di Raiola.
In tutto questo ci sono le colpe della società Milan. Esser arrivati a maggio 2021 con così tanti titolari in bilico tra un rinnovo e una partenza, è anche se non sopratutto responsabilità della società. Nessun pensa sia semplice navigare a vista di questi tempi, al contempo contenere il tetto salary e ridare credibilità alla squadra. Tuttavia questi lati deboli lasciati così scoperti, oggi fanno molto male e alzano pressione e stress di parecchio.
La storia recente dice che il Diavolo non ha saputo esser più forte di tutto e tutti, come diceva il presidente Berlusconi. E’ chiaro che se c’è un momento giusto in cui sarebbe davvero il vaso di invertire la rotta, sarebbe proprio domenica sera. Tutto quello che non abbiamo avuto la forza di fare negli ultimi cinque anno, dobbiamo trovare un modo di ottenerlo allo Stadium. Altrimenti la sensazione è che non partiremo da 0 l’anno prossimo, ma da -1.
