Nuova partita, vecchie delusioni. Dopo la vittoria contro la Fiorentina il Milan cade ancora, questa volta in Champions League a causa dell’1-3 contro il Borussia Dortmund nella notte di San Siro. Un sconfitta che porta i rossoneri con un piede e mezzo fuori dalla massima competizione europea direttamente nella fase a gironi.

L’incontro con il Dortmund ha restituito a tifosi e addetti ai lavori quella sensazione oramai consueta che caratterizza le partite del Milan di Stefano Pioli. Un avvio arrembante, la predisposizione al gioco offensivo e quelle ripartenze subite – seppur poche – che spesso fanno male alla retroguardia. Tanti ingredienti all’interno di una sconfitta che adesso come non mai pesa come un macigno: squadra poco compatta in fase di ripiegamento, amnesie difensive, consueto crollo fisico e psicologico nel secondo tempo, che nasce tanto per cambiare dall’ennesimo infortunio di natura muscolare, stavolta è toccato a Malick Thiaw.

Società a dirigenza dove stanno?

Il Milan è oggi un rollercoaster, tanto nella sensazione trasmessa prima di ogni partita (che spesso ci porta a non saper decifrare il tipo di match che i rossoneri potrebbero affrontare) quanto nell’interpretazione della gara in corso, che più volte cambia volto per mille motivi diversi.

Tante, troppe cose che non vanno. Ma chi ci mette la faccia? Provando a restituire un termine di paragone con il recente passato, fino allo scorso giugno Maldini e Massara – in concomitanza con il ruolo che ricoprivano – si sono spesso presentati davanti ai microfoni tanto nei momenti positivi quanto in quelli negativi: per analizzare gli errori, rispondere a domande e perplessità, difendere o scuotere la squadra, i singoli, l’allenatore. Ma adesso?

La sensazione oggi, al netto dei risultati fin qui ottenuti e dei problemi di squadra, è che qualcosa manchi evidentemente sull’aspetto comunicativo, nonché nell’interpretazione della figura dirigenziale, soprattutto quando le cose non vanno. Terminato il testa a testa contro il Borussia Dormund, erano diversi gli elementi da analizzare e affrontare a viso aperto: dal dramma legato agli infortuni alla situazione che vede il Milan, a fine novembre, verosimilmente fuori dai principali obiettivi prefissati a inizio stagione. Proprietà e dirigenza presenti al grande evento, ma non davanti alle telecamere. Per quanto andrà avanti questa “decisione di non decidere”?