La sfida con lo Sparta di ieri sera è stata un unicum nella storia recente rossonera. Obiettivo minimo di qualificazione europea alla fase finale centrato con una giornata d’anticipo, con annesso lusso di poter schierare un undici allestito da seconde linee e tanti giovani prospetti.
Con un turnover estremo ci si è trovati una squadra con tre terzini destri a comporre la linea difensiva, e due giocatori offensivi che potrebbero giocare il campionato Primavera. Certo di fronte c’era un avversario senza obiettivi e altrettanto sperimentale, tuttavia nemmeno i più ottimisti potevano immaginare che il Milan avrebbe offerto una prova convincente almeno per 70 minuti, senza subire gol e portando a casa anche vittoria e primo posto nel girone.
Non ci soffermeremo sui singoli. Perché la sensazione di chi ha visto in serenità la partita sul divano, era di un Diavolo capace di stare in campo, indipendentemente dagli interpreti. Senza titolari ed in alcuni casi anche senza seconde linee. Non ha avuto importanza, tutti sapevano cosa fare e tendenzialmente tutti hanno fatto il loro dovere se non qualcosa in più.
Un‘identità così forte di gioco di questi tempi l’abbiamo solo invidiata. L’abbiamo invidiata all’Ajax che ha sfiorato la finale di Champions League due anni fa e l’abbiamo invidiata masticando anche un po’ amaro, all’Atalanta di Gasperini. Quell’intrinseca capacità di fare sempre la stessa partita, senza doversi preoccupare di chi la giocherà.
Con la prestazione di Praga ci portiamo a casa questa consapevolezza. Una nuova dimensione, conquistata grazie a giocatori giovani, evoluti nelle caratteristiche tecniche e tattiche, intensi e spesso umili. Un allenatore che punta molto su intensità, ritmo e calciatori di qualità. Ciò che rimane impresso è la leggerezza con la quale i singoli cerchino volentieri la giocata non conservativa, non banale. Che si chiamino Hauge, Rebic, Calhanoglu, Maldini o Kalulu.
Forse è anche merito del calcio italiano nel suo complesso che sta alzando il suo livello. Il ranking UEFA sta migliorando per il Milan e per le italiane in genere. In serie A inoltre tante squadre cercano di proporre gioco, dal Napoli, al Sassuolo fino allo Spezia. La crescita sembra evidente e anche il Diavolo pare poter essere trascinato da essa e trascinatore contemporaneamente. È una ventata d’aria fresca, che dopo aver masticato filo spinato, è meritata per tutto l’ambiente.