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Ibrahimovic non si pone limiti. Il rientro, lo scudetto e il tabù Champions: nothing is impossible?

Ogni volta che parla, offre titoli e spunti su cui discutere. Zlatan Ibrahimovic è fatto così e su questo ci ha anche un po’ costruito una carriera intera. Le ultime dichiarazioni, però, quelle uscite nelle ultime ore a margine del “Globe Soccer Awards”, dove lo svedese ha ricevuto un premio alla carriera, più che far discutere, fanno sperare. Soprattutto i tanti tifosi rossoneri che lo aspettano a braccia aperte. Ibra ha voluto rassicurare tutti sul suo rientro, dicendo di essere più carico che mai e di non aver ancora voglia di smettere. Poi ha avuto parole al miele nei confronti dei suoi dirigenti, Paolo Maldini e Ricky Massara, con cui c’è stato anche un siparietto curioso durante la premiazione, si è espresso sulla doppia sfida contro il Tottenham agli ottavi di finale di Champions e ha infine confessato di credere ancora allo scudetto, facendo i complimenti allo straordinario cammino del Napoli, ma professandosi fiducioso su un’eventuale rimonta del Milan. Ibrahimovic è carico e non vuole mollare, nonostante la carta d’identità sia davvero impietosa con lui. Lo stesso Paolo Maldini, interpellato in merito al campione svedese, si è detto fiducioso di poterlo vedere in campo nel nuovo anno. Notizia di giornata, intanto, vuole il fuoriclasse svedese in partenza con i compagni per il ritiro di Dubai del mese prossimo e, magari, già in campo per qualche minuto nelle amichevoli che si dovrebbero disputare a metà mese contro Arsenal e Liverpool.

Ibrahimovic, uno scudetto da protagonista e Giroud

Giroud
Milan: Olivier Giroud (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

Un modo per ricominciare a prendere confidenza con campo e pallone e per far vedere a tutti che Zlatan Ibrahimovic non molla. D’altronde, se a quasi 41 anni e dopo uno scudetto vinto, ti operi perché vuoi tornare a tutti i costi in campo, significa che hai un obiettivo fisso in testa e Ibra difficilmente desiste dal raggiungerli. Ovviamente resta il grosso punto interrogativo sul suo effettivo stato di forma e sulle reali capacità di incidere ancora. Ma questo lo vedremo a gennaio. Non è un mistero che Ibrahimovic è stato decisivo per la rinascita di questo Milan. Da Bergamo pre natale 2019, e quel “benedetto” 0-5 contro l’Atalanta, è cambiato tutto e tanto del merito è proprio di Ibra. Inizialmente soprattutto dal punto di vista tecnico, ma poi anche da quello che riguarda la personalità, il carisma e la leadership. Anche lo scudetto della passata stagione passa dalla sua presenza, ma soprattutto dai suoi piedi. Nel girone d’andata Ibrahimovic lascia il segno tra giocate e punizioni vincenti e anche nella decisiva vittoria di Roma, contro la Lazio, ad aprile, c’è la sua firma. Nel ripartire i meriti tecnici del diciannovesimo tricolore rossonero, tutto questo viene spesso dimenticato, ma Zlatan ci ha messo pesantemente la sua firma. Il suo ruolo è stato decisivo e, in parte, in questa stagione sia in campo che fuori, Olivier Giroud ne fa spesso le sue veci.

Ibrahimovic, il tabù Champions e quell’obiettivo enorme

Champions League
Champions League – MilanPress, robe dell’altro diavolo

Il campione francese spesso si è preso in mano la squadra e lo ha fatto alla grande. Per carisma, personalità, gol decisivi e ruolo in campo, Giroud ha sostituito Zlatan Ibrahimovic al meglio, ma siamo sicuri che i due potrebbero coesistere alla perfezione sia in campo che fuori. L’alternanza tra i due ha fatto bene nella passata stagione e potrebbe tornare ad essere utile a Pioli e compagni. Divock Origi, per ora, non è riuscito ad incidere e questo ha fatto sentir ancora di più la mancanza del totem svedese. Ibra insomma è determinato a rientrare e dare una mano alla sua squadra e a farlo non solo dalla panchina con urla, incitamenti e consigli. Proprio da quella panchina in cui ha ammonito verbalmente (diciamo così) il povero Alciato, reo di aver fatto una previsione su un suo possibile ritiro anticipato dal calcio giocato. Una ramanzina che fa capire la voglia di Ibrahimovic di sentirsi ancora protagonista e di voler andare oltre gli ostacoli, anche oltre se stesso. Magari con un pensiero in testa: la Champions League. Già, proprio quella competizione che gli manca e che per lui è sempre stata un tabù. Un tabù da sfatare? Di questi tempi (con la differenza tecnica ed economica che c’è tra Milan e i top club europei) appare assai improbabile sognare anche per un campione senza limiti come Ibra. Ma un reale obiettivo c’è. Segnando al Tottenham, Zlatan diventerebbe il più anziano di sempre a realizzare un gol in quella competizione. Beh, siamo sicuri che, almeno questo, è un obiettivo che Ibra ha già messo nel mirino.

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