HomePrimo PianoIbrahimovic: "Non è il mio Milan: tutto diverso. Resto? Dipende dagli stimoli"

Ibrahimovic: “Non è il mio Milan: tutto diverso. Resto? Dipende dagli stimoli”

Zlatan Ibrahimovic lo ribadisce con fermezza anche a Sportmediaset: “Questo non è il mio Milan”. Dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi e le anticipazioni della Gazzetta dello Sport dell’intervista in uscita domani su Sportweek, lo svedese spiega le sue dichiarazioni: “Lo dico perché ero qui dieci anni fa, quando ero giovane – ironizza – oggi mi dicono che sono vecchio, ma non importa perché conta quello che fai in campo”. In una decade è cambiato tutto per Ibra: “Quel Milan aveva un’organizzazione diversa e faceva cose differenti rispetto a questo. Non è nemmeno la stessa squadra: quella giocava per lo Scudetto, ora gli obiettivi sono diversi. Ho in testa quel Milan, lo conosco, perciò posso dire queste cose”.

Ritorno al futuro

Un occhio al passato, però, per volgere lo sguardo al futuro: “Non dobbiamo fermarci a pensare a quello che era, bisogna guardare avanti e fare il meglio possibile – continua Ibrahimovic – se pensiamo in maniera negativa facciamo male. Io voglio migliorare la situazione e fare le cose migliori possibili per il Milan”. Poi, inevitabilmente, il futuro. La squadra che sta per passare nelle mani di Ralf Rangnick, supervisionato da un Ivan Gazidis plenipotenziario, con cui Ibra ha già avuto un confronto e ovviamente il tema di dove giocherà l’anno prossimo: “Se non continuo qui non è perché non è più quel Milan, non è la causa”. La spiegazione sta nella scelta di vestire nuovamente rossonero: “La situazione era così anche sei mesi fa quando sono tornato – dice Zlatan – sono tornato per passione, perché voglio aiutare il Milan a tornare a giocarsi lo Scudetto e la Champions League. Voglio che i tifosi guardino tutte le partite con emozione e avere un feedback del nostro lavoro”.

Ibra è pienamente consapevole del suo ruolo di leader nello spogliatoio: “Voglio aiutare i ragazzi. Giocare con grandi campioni con esperienza ti fa crescere e migliorare, proprio come ho fatto io quando ero giovane che giocavo con grandi del passato”. Poi l’ultimo scorcio di campionato: “Mancano tre settimane. Dobbiamo vincere per arrivare più in alto possibile”. E il futuro? “Ancora non lo so – ammette Zlatan – l’altro giorno mi ha chiamato Mino Raiola per chiedermi se ancora mi diverto in campo. Naturalmente è così”.

L’Europa League potrebbe essere decisiva: “Se resto? Non ho ricevuto altre chiamate. Dipende dagli stimoli. Quando sono andato a Manchester, lo United non faceva la Champions, ma l’Europa League. Com’è finita? L’abbiamo vinta”. Il solito Zlatan.

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