23 agosto 2021, Sampdoria-Milan 0-1. L’inizio di una cavalcata che, in quel periodo, era francamente impronosticabile. I rossoneri vinceranno uno scudetto a fine stagione, ma a Marassi quella sera scende in campo per la prima volta Olivier Giroud con la maglia che tanto ha voluto indossare da ragazzo. Va subito in rete (con una doppietta) alla prima a San Siro, nella sfida della seconda giornata contro il Cagliari, e lì scatta l’amore.
Amore che continua ad esserci da ambo le parti. Perché quest’oggi a Lecce festeggerà le 100 presenze con quei colori addosso, e lo farà dopo essersi guadagnato l’ennesimo contratto a Casa Milan. Oli firmerà per un altro anno, e sarà una mamma chioccia per i prossimi talenti che passeranno a Milanello. Ma la sua presenza resta costante anche negli schemi della squadra, nonostante tutto. Perché il bomber sta vivendo un periodo di totale goduria sotto porta, dopo averne affrontato uno altrettanto difficile. Come a dire, sa rialzarsi per riprendersi sulle spalle i suoi compagni.
Giroud è fatto così. Doveva essere un semplice comprimario, un sostituto anzi per Zlatan Ibrahimovic. Arrivato a zero e ad una certa età, non aveva fatto infiammare tutti i tifosi. C’è chi si aspettava tutt’altro che quaranta gol in tre stagioni, una ancora da terminare. Le 100 presenze di oggi lo renderanno un piccolo pilastro di una delle ere più calde per rapporto club-supporters che il Milan abbia mai avuto. E quando mette i piedi sul campo del centro sportivo o, ancora meglio, a San Siro, sente sempre gli stessi brividi come lui stesso ammette. Anche quando mette i guantoni, sia chiaro. Eterno giovane, altre 100 di queste presenze. Ti vogliamo bene, Olivier Giroud. Grande cuore rossonero.