La trattativa estiva è stata lunga, travagliata per via della posizione abbastanza rigida del Valencia. Ciononostante Yunus Musah non ha mai avuto alcun dubbio. Lui voleva il Milan, il Milan voleva lui. L’accordo con il club spagnolo è arrivato tra la fine di luglio e l’inizio di agosto sulla base di 20 milioni di euro più uno di bonus. Una cifra importante per uno che poteva essere considerato un’alternativa. Poteva.
Il centrocampista statunitense si è preso la scena nelle ultime uscite, in virtù anche del maggiore turnover e degli infortuni di Ruben Loftus-Cheek e Rade Krunic. Tre titolarità nelle ultime 5 partite (Hellas Verona, Borussia Dortmund e Genoa) e tre prestazioni positive che lasciano intravedere un potenziale importantissimo. Sì, perché anche se può non sembrare, il numero 80 rossonero è un classe 2002 (nato a fine novembre), ma dimostra una personalità di tutto rispetto. Non è un caso che il giocatore abbia raggiunto le 100 presenze tra Liga (94) e Serie A (6) all’età di 20 anni.
È abbastanza facile e intuitivo il paragone con Franck Kessie per una certa somiglianza nella fisionomia e nel portamento, così come per il ruolo ritagliato da Pioli. Può essere che il Milan, dopo due anni dall’addio dell’ivoriano, abbia trovato il suo degno erede? Ancora è presto, ma i segnali lanciati da Yunus Musah sono confortanti.
C’è da fare un mea culpa nei suoi confronti e nei confronti anche dei lettori. Nella fase concitata del post-partita di ieri, abbiamo proposto un tipo di pagella che riconosciamo fosse poco centrata rispetto alla sua prova sul campo. Il 5,5 attribuitogli in pagella è ingiusto per quanto visto e per l’impatto che ha avuto sul risultato finale, dato che il gol di Pulisic parte proprio dal suo assist. A questo va aggiunta un’energia eccezionale: sono stati più di 12,3 i chilometri percorsi dall’americano, di cui uno in sprint.
Nel primo tempo Pioli era poco soddisfatto in generale dal lavoro della squadra sia palla al piede che senza palla e talvolta ha ripreso anche Musah, il quale però era sempre pronto a proporsi con gli inserimenti alle spalle della difesa avversaria e almeno in due occasioni è stato premiato dai compagni. Non è un caso che sia stata la fascia destra la più pericolosa nei primi 45′, sebbene non in maniera continuativa.
Uno dei “difetti” resta il cartellino giallo facile: sono 4 in 8 partite giocate con il Milan, divisi equamente tra campionato e Champions. Il tempo per migliorare anche sotto questo aspetto è dalla sua parte. In fondo ha solo 20 anni, ma è già a tutti gli effetti uno dei titolari della squadra di Stefano Pioli.