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Nonostante l’eliminazione, il Milan è formato Europa

Un’eliminazione che brucia, tanto, non solo per essere usciti dalla “casa” del Milan, ma per non essere neanche andati nella competizione minore. Certo, molti diranno “ora testa solo al campionato”, “troppa inesperienza”, ” avversari troppo più forti”, opinioni più che legittime, ma analizziamo com’è andato questo girone e se veramente è meritata quest’eliminazione.

Con il Liverpool è stata molto dura, ma in entrambe le partite (soprattutto l’andata, dove molti hanno debuttato nella competizione), i rossoneri hanno messo in difficoltà e non poco i Reds. Ad Anfiled dopo 20 minuti molto complicati, sotto 1-0 e dopo un rigore parato da Maignan, Rebic e Diaz, grazie a grandi giocate ed azioni hanno ribaltato il risultato della gara, andando all’intervallo con il Milan avanti. Nel secondo tempo, se non fosse stato per il fuorigioco di Theo, probabilmente si sarebbe andati sul doppio vantaggio, ma così non è stato. Dopo questa prima partita del girone, molti avevano capito che sarebbe stato difficile superarlo, ma gli stessi non avrebbero scommesso 1€ sul Milan che sarebbe andato in vantaggio e ciò dimostra che questa squadra ad alti livelli ci può e deve stare, perchè quello accaduto a Londra non tutte le big europee riuscirebbero a farlo.

La partita successiva vedeva a San Siro, l’Atletico del Cholo Simeone, partita dalla quale si sarebbe dovuti partire con una vittoria. I rossoneri partono talmente bene che non solo vanno in vantaggio con un gran gol propiziato da una grande azione, ma non fanno mai vedere il pallone agli avversari, tant’è che deve arrivare l’espulsione di Kessie per far cambiare un minimo l’inerzia della gara. Nonostante però essere rimasti in 10, deve arrivare l’80’ perchè l’Atletico si faccia davvero pericoloso e pareggi la gara, infatti era andato più vicino il Milan al raddoppio sotto di un uomo che il contrario. Poi nel finale arriva la ciliegina con il rigore inventato che fa perdere la gara ai rossoneri, un match che in parità numerica molto probabilmente avrebbero vinto a mani basse.

Le grandi difficoltà, arrivano contro il Porto sia all’andata che al ritorno. Prima volta che si vede il Milan in grande difficoltà, fatica a produrre gioco, a rendersi davvero pericoloso, disattento tanto da sbagliare i passaggi più semplici. La squadra di Conceicao vince meritatamente la gara in casa (nonostante un fallo netto non fischiato che propizia il gol dei padroni di casa) e i rossoneri hanno poco da recriminare e tanto da rivedere.

Al ritorno la squadra di Pioli subisce il gol dopo pochi minuti dall’inizio, ancora una volta però grazie ad un fallo su Bennacer non fischiato. I rossoneri riescono a pareggiarla grazie ad un autogol, ma è più il Porto ad andare vicino al 1-2 che il Milan ad andare in vantaggio. Le uniche partite in cui il Milan merita di perdere e gli stessi giocatori nonchè l’allenatore ammettono la sconfitta.

Al Wanda Metropolitano si vede la stessa partita del Meazza, un Atletico incapace di costruire e rendersi pericoloso con i rossoneri che vincono stra meritatamente nel finale di gara. Entrambe le partite dominate e contro c’erano solo i Campioni di Spagna. Dopodichè il Milan va giù anche nel ritorno col Liverpool, nonostante i Reds avessero più riserve che titolari.

I rossoneri non avevano esperienza, è vero, ma se una squadra, come giusto che sia, se la gioca con il Liverpool (pochi anni prima vincitore della Champions), domina contro i Campioni di Spagna e subisce solo col Porto, vuol dire che la squadra c’è, i giocatori, l’identità, ci sono. Quindi basta un pò di pazienza e quest’esperienza che è servita per crescere e maturare per tornare l’anno prossimo a competere con le Top d’Europa.

Milan-Liverpool: Pierre Kalulu e Divock Origi (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)
Milan-Liverpool: Pierre Kalulu e Divock Origi (Photo Credit: Agenzia Fotogramma)

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